ROMA – Sono momenti di forte apprensione per la Global Sumud Flotilla, ormai in procinto di arrivare a Gaza. La spedizione umanitaria si trova ora a circa 105 miglia nautiche dall’obiettivo. Da Israele, Channel 12, fa sapere che prima che la flotta di imbarcazioni raggiunga le acque territoriali di Israele, la Marina militare farà annunci con gli altoparlanti chiedendo agli attivisti di tornare indietro verso i Paesi da cui sono venuti. Se non si ritireranno, le forze israeliane li fermeranno e li trasferiranno in Israele. Gli equipaggi si stanno preparando a un “attacco imminente”: in caso di abbordaggio non opporranno resistenza. Intanto, Italia e Grecia seguono attentamente gli sviluppi. “Ci appelliamo alle autorità israeliane per garantire la sicurezza e l’incolumità dei partecipanti e consentire ogni azione di tutela consolare”, affermano in una nota congiunta i ministri degli esteri di Roma e Atene. “Facciamo appello alle donne e agli uomini della Flottiglia affinché accettino la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme a consegnare in sicurezza gli aiuti destinati in solidarietà ai bambini, alle donne e agli uomini di Gaza”.
La fregata Alpino della Marina militare italiana non procederà oltre
Intorno alle 3 di notte di mercoledì 1 ottobre la Flotilla ha oltrepassato il limite delle 150 miglia nautiche da Gaza entrando nella zona ad alto rischio ed esponendosi a interventi con i droni di Israele. Subito dopo la spedizione ha ricevuto anche l’ultimo avvertimento della fregata Alpino della Marina militare italiana che ha comunicato che non oltrepasserà tale limite.
A abbandonare la ‘scorta’ anche la nave militare spagnola Furor, con la stessa Spagna – da subito uno dei primi Paesi a manifestare sostegno a Gaza – che ha invitato gli attivisti a desistere: “La missione della Global Sumud è encomiabile e legittima ma la vita dei suoi componenti deve venire anzitutto”, ha evidenziato il governo.
Alcune imbarcazioni sono state avvicinate da navi non identificate
Da quel momento sono stati molti gli aggiornamenti degli attivisti che denunciano varie azioni di disturbo presumibilmente da parte del governo di Tel Aviv. “Siamo in allerta permanente”, fa sapere il deputato del Partito democratico Arturo Scotto, che sta partecipando alla missione. Intanto, uno degli attivisti italiani a bordo della Grande Blu ha riferito che “l’equipaggio ha incrociato due navi, quasi sicuramente israeliane. Sembravano essere dei rimorchiatori. Poi si sono allontanate. La navigazione prosegue verso Gaza e al momento non vediamo blocchi all’orizzonte”.
Intorno alle 8 del mattino di mercoledì alcune imbarcazioni sono state avvicinate da altri navi non identificate, che poi si sono allontanate senza conseguenze: “Erano a luci spente. I partecipanti hanno applicato i protocolli di sicurezza in preparazione a un possibile abbordaggio – ha spiegato la portavoce italiana del Global movement to Gaza, Maria Elena Delia –. Continuiamo a navigare verso Gaza, avvicinandoci al limite delle 120 miglia nautiche, vicino all’area in cui le precedenti flottiglie sono state intercettate e attaccate”.
Una barca della Flotilla è stata “aggressivamente circondata”
Un’altra fonte, ripresa da Sky News, ha invece riportato di come una barca della Flotilla è stata “aggressivamente circondata” da una nave da guerra israeliana. Secondo quanto riportato, il capitano di una delle imbarcazioni in testa è stato costretto a effettuare una brusca manovra per evitare una collisione frontale. Le comunicazioni di bordo sono state disattivate a distanza mentre la nave da guerra procedeva “pericolosamente vicina” per diversi minuti. Secondo la Flotilla, la nave ha disturbato un’altra imbarcazione della flottiglia con manovre simili.