Sembra una crisi senza fine. Ieri, in Francia le dimissioni del primo ministro Sebastien Lecornu. Oggi, 7 ottobre, un ulteriore tentativo, con la convocazione a Matignon di tutte le forze politiche. Al premier dimissionario restano ancora due giorni per riprendere in mano le sorti del governo transalpino. Macron lo richiama all’Eliseo, mentre dall’opposizione Marine Le Pen invoca le urne. In bilico anche i futuri rapporti con l’Unione europea.
Macron punta ancora su Lecornu: “48 ore per uscire dalla crisi”
A Lecornu non è bastato rassegnare le dimissioni per mettere fine a un esecutivo durato appena 12 ore, il più breve nella storia del Paese. Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron richiama il premier per cercare di trovare una piattaforma di azione comune con l’opposizione, che aveva bocciato la nuova composizione di governo. Un ultimo tentativo che scade mercoledì. In caso di fallimento Macron si dichiara pronto ad ”assumersi le proprie responsabilità”. Parigi fronteggia una crisi politica senza precedenti e le immagini del presidente solo lungo la Senna ne sono divenute il simbolo. Da questo momento le opzioni possibili sono tre: la nomina di un nuovo premier, lo scioglimento dell’Assemblea nazionale per elezioni anticipate, le dimissioni presidenziali già richieste dal movimento di sinistra radicale francese.
Dall’opposizione si invoca la chiamata alle urne
“Siamo alla fine del cammino – dice dal Rassemblement National Marine Le Pen – la farsa è durata abbastanza”. La deputata del partito di estrema destra invoca insieme al segretario Jordan Bardella lo scioglimento del Parlamento e il ritorno alle urne. A determinare il decorso questa crisi, il cambio di rotta dei Républicains, il partito di centro-destra che aveva finora appoggiato il nuovo governo. “Non potevamo offrire un ultimo giro di pista ai macroniani” dichiara il vicepresidente Francois-Xavier Bellamy. Il motivo risiederebbe nella nomina a ministro della Difesa di Bruno Le Maire, deputato inviso al partito, oltre ai troppi incarichi assegnati ai membri di Renaissance, partito di Macron.
L’Ue si allarma per i conti in rosso e l’ondata populista in Francia
Dall’Unione europea si osserva con crescente preoccupazione la situazione di Parigi: il debito della Francia è oltre il limite di guardia e il recente downgrade di Fitch non ha fatto che peggiorare la situazione finanziaria. Il ruolo chiave giocato dall’economia francese in crisi potrebbe innescare un rischioso effetto domino. Questa ulteriore crisi politica potrebbe inoltre lasciare spazio all’estrema destra di Marine Le Pen e Jordan Bardella, come pure all’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon.