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HomeCultura Bolzano, il carcere apre una pagina social: è il primo in Italia

Il carcere di Bolzano
primo in Italia ad aprire
una pagina social

Il direttore:"Il carcere non resta muto"

Nel 2024 l'inchiesta di Antigone

di Iris Venuto13 Ottobre 2025
13 Ottobre 2025

BOLZANO –  Tra gli innumerevoli post che inondano i feed degli utenti di Instagram, potrebbero presto comparirne alcuni meno convenzionale: quelli dei detenuti del carcere di Bolzano. L’istituto penitenziario è infatti il primo carcere in Italia ad aver aperto una pagina Instagram per documentare la vita dei detenuti, il loro lavoro, le attività e i progetti avviati con il comune e le associazioni del territorio. Dopo tre settimane dall’apertura dell’account, i 20 post pubblicati hanno già attirato 362 follower, curiosi di affacciarsi in uno spaccato di realtà culturalmente segregato dagli occhi e dall’attenzione della collettività. Il profilo resterà aperto per i prossimi sei mesi per raccogliere i risultati positivi dell’esperimento e decidere eventualmente di proseguirlo. 

Un nuovo modo di parlare di carcere

“Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità”. Con una citazione di Albert Einstein, scritta su uno dei muri all’interno dell’istituto, si apre la carrellata di contenuti pubblicati. Negli altri post, invece, vengono mostrate le aule dove avviene la formazione, gli esterni del carcere, le attività sociali dei detenuti e alcuni momenti istituzionali. Un progetto di comunicazione e trasparenza voluto dal direttore Giangiuseppe Monti. L’intenzione è quella di trasformare il modo in cui viene percepito dall’opinione pubblica l’istituzione penitenziaria. “Il carcere non può restare muto” – spiega il direttore Monti – “anche qui si costruiscono percorsi di rinascita e vogliamo raccontarli”.

L’inchiesta di Antigone

L’associazione Antigone, che si occupa di tutelare i diritti delle persone che si trovano in carcere, racconta un’altra storia. In occasione di una visita nella casa circondariale nel luglio del 2024, l’organizzazione ha documentato una serie di criticità, come condizioni strutturali decadenti, problemi di infiltrazione d’acqua, muffa, la mancanza di docce, ma soprattutto la carenza di personale e un tasso di affollamento pari al 121,6%. Fatti venuti alla luce, ma che non sorprendono. Qualche mese prima del sopralluogo di Antigone, nel carcere di Bolzano, si era diffusa tra i detenuti un’epidemia di scabbia: un’infestazione di acari sotto la pelle, contagiosa e favorita dalle scarse condizioni igieniche.

La svolta con il nuovo direttore

Per diversi anni si ventilava l’ipotesi di dismettere il carcere e costruire un nuovo edificio, opzione però a lungo rimandata e che non ha mai visto la luce. La svolta arriva nel 2023. Dopo la nomina dell’attuale direttore Monti cominciano ad arrivare nuovi fondi regionali per ristrutturare l’edificio. Fondi che permettono di ristrutturare il tetto, le facciate e avviare alcuni lavori di sistemazione degli spazi interni. Tra gli altri meriti del nuovo direttore la firma di una serie di convenzioni con la Croce Rossa e con il comune per aprire nuovi percorsi lavorativi e formativi, fino all’ultima trovata di sbarcare sui social.
In un’intervista al Corriere della Sera, Monti insiste sul concetto della trasparenza come forma di responsabilità pubblica. In quest’ottica parlare del carcere si trasforma in un’opportunità per “parlare del modo in cui una società sceglie di non abbandonare nessuno”. E se per molti i social rimangono un mero portale di intrattenimento, per coloro che invece vivono ai margini della società diventa un canale per mostrarsi al mondo, una finestra aperta oltre le sbarre con cui ribadire il valore della propria esistenza. “Aprire i social è solo un modo per dire che siamo qui, che il cambiamento è in corso e che vale la pena guardarlo da vicino”, spiega Monti.

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