ROMA – Ancora nell’occhio del ciclone il Garante della Privacy. Ma questa volta per un presunto conflitto di interessi di uno dei componenti dell’Autorità.
Il Garante della Privacy ha aperto un’istruttoria nei confronti dell’Asl dell’Aquila, dopo la violazione delle banche dati da parte di alcuni hacker. Come ha ricostruito il quotidiano La Repubblica, l’Asl, per evitare una ingente multa per non aver messo in campo sistemi di sicurezza informatica adeguati per proteggere i dati dei propri utenti, è corsa ai ripari e per difendersi avrebbe pagato 130 mila euro allo studio legale E-Lex, studio fondato da Guido Scorza, uno dei quattro componenti del Garante della privacy, dove lavora ancora sua moglie e un avvocato vicino a Pasquale Stanzione, presidente dell’Autorità.
“130 mila euro allo studio E-Lex”
Durante questo attacco sono stati svelati i dati sanitari di 6.800 pazienti per un totale di 389 gigabyte dispersi nel “dark web”. Una violazione che fa partire un’indagine da parte del Garante e per questo l’Asl spende, prima, 5 mila euro per un legale e poi oltre 100 mila per lo studio di proprietà di Scorza. Alla fine dell’iter amministrativo, l’Asl ha ricevuto solo un ammonimento perché “ha cooperato ben oltre l’obbligo di legge”.
La segnalazione alla Corte dei Conti
Questa vicenda è emersa dopo la denuncia dell’avvocato Simone Liprandi, che lo ha segnalato ad Anac e Corte dei Conti. L’avvocato parla di “duplice spesa non giustificata” e accusa il Garante di aver violato la norma sul conflitto di interessi. Secondo Liprandi “essere assistiti da uno studio che può vantare quel grado di vicinanza con l’autorità giudicante indubbiamente può incutere l’aspettativa di ottenere poi in sede di istruttoria e soprattutto di giudizio un trattamento di favore, come d’altronde è avvenuto”.
La difesa di Scorza
Scorza si è difeso, dichiarando di essersi astenuto quando ha scoperto il legame tra l’Asl dell’Aquila e lo studio legale e ha ribadito come il conflitto di interessi non solo non ci sia stato perché l’avvocato non era presente al voto, ma anche se lo fosse stato “non sarebbe stato determinante”. Ma non è la prima volta che l’Autorità della privacy viene accusa di conflitto d’interessi, come denunciato per lo stesso motivo dal programma televisivo Report nelle scorse settimane.
Il precedente
La vicenda dell’Aquila ha già un altro precedente, in Piemonte. Dopo un’attacco hacker a una Asl di Torino, l’azienda sanitaria è stata multata per 5 mila euro. La direttrice dell’Asl è stata intercettata al telefono. Nell’intercettazione la direttrice spiega al suo interlocutore di volerne parlare con “suo cugino Ago”. Il cugino in questione è Agostino Ghiglia, altro membro del colleggio del Garante, che sulla faccenda non si astiene.
L’opposizione all’attacco
A parlare del Garante della Privacy anche il leader di Azione, Carlo Calenda, che evidenzia come l’unico modo per cambiare le cose è modificare i meccanismi di nomina del Garante. Per l’ex ministro dello sviluppo economico va bene azzerare, ma il problema parte da altrove.


