PECHINO – Dopo il discorso della premier giapponese Sanae Takaichi sul possibile coinvolgimento militare di Tokyo in caso di emergenza a Taiwan, si infervora lo scontro diplomatico con la Cina. Pechino, infatti, ha convocato l’ambasciatore del Giappone Kenji Kanasugi, mentre il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian ha chiesto a Takaichi di “correggere subito il suo errore e ritrattare la sua clamorosa dichiarazione”. Altrimenti “dovrà sopportare tutte le conseguenze” di quello che il Dragone considererebbe “un atto di invasione”. E, intanto, gli Usa approvano la prima vendita di armi a Taipei.
La posizione di Tokyo su Taiwan
Secondo la premier nipponica, l’attacco della Cina a Taiwan potrebbe rappresentare una “situazione di minaccia per la sopravvivenza” e innescare una potenziale risposta militare di Tokyo. “La posizione su Taiwan è coerente con il Comunicato congiunto Giappone-Cina del 1972”, ha affermato il segretario di gabinetto giapponese Minoru Kihara durante un briefing con la stampa. “Ribadiamo con fermezza la necessità di pace e stabilità nello Stretto di Taiwan”, ha sottolineato.
La replica di Pechino
Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno approvato la prima vendita di armi a Taiwan da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca. Un pacchetto da 330 milioni di dollari in cui rientrano componenti, pezzi di ricambio e accessori per la riparazione e la restituzione di aerei F-16. La notizia, diffusa dal ministero degli Esteri di Taipei, non è stata ben accolta dalla Cina che ha espresso la sua “ferma opposizione”. La transazione, spiegano dal ministero degli Esteri cinese, “viola gravemente il principio dell’Unica Cina”.


