NAPOLI – Cinque anni senza El Diez. Il 25 novembre 2020 se ne andava Diego Armando Maradona. Da Napoli a Buenos Aires, il culto per il calciatore non si è estinto e continua a permeare le vie e le strade battute dalla leggenda.
Nei quartieri, nelle piazze, nei vicoli Diego è ancora lì. Non c’è angolo di Napoli che che non abbia un suo ritratto, una sua sagoma, un suo murale. Lo aveva raccontato lo stesso numero 10 al microfono di Gianni Minà, il giornalista scomparso nel 2023, che per primo ha svelato al mondo il carisma e l’istinto politico globale del Pibe de Oro.
Il ritratto della leggenda
Nato nella città argentina di Lanús il 30 ottobre 1960 Maradona è stato calciatore, allenatore e dirigente sportivo, di ruolo centrocampista. Campione del mondo nel 1986 e vicecampione del mondo nel 1990 con la Nazionale argentina, è tra le figure più controverse e iconiche della storia dello sport per la sua personalità eccentrica dentro e fuori dal campo.
In una carriera da professionista più che ventennale militò nell’Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Siviglia e nel Newell’s Old Boys. E naturalmente il Napoli, di cui fu capitano. Dopo la morte, nel 2020 lo stadio del capoluogo campano venne intitolato alla memoria di Maradona.
Il processo dopo la morte
Pochi giorni dopo aver compiuto 60 anni, Maradona subì una delicata operazione al cervello per la rimozione di un ematoma subdurale di origine traumatica. Dimesso dall’ospedale, morì improvvisamente pochi giorni dopo per un edema polmonare acuto conseguente a insufficienza cardiaca.
Le cause della morte, da ricondurre ad arresto cardiaco, sono oggetto di un processo penale che vede indagati i medici che avevano in cura il calciatore. Proprio lo scorso marzo ha preso avvio a San Isidro, in Argentina, il processo nei confronti di otto operatori sanitari imputati per omicidio semplice con dolo eventuale. Secondo l’accusa, l’équipe medica sarebbe stata negligente nei confronti del paziente in cura post-operatoria.
Il processo sulle responsabilità del decesso è stato in seguito annullato, causa partecipazione di un giudice a un documentario non autorizzato che danneggerebbe sia la parte querelante (ovvero la famiglia) che la difesa dei medici.
Le commemorazioni
Stasera (25 novembre) si gioca la Napoli-Qarabag, valida per la 5a giornata di Champions League. La gara si disputerà proprio nel quinto anniversario della scomparsa di Maradona. L’allenatore Antonio Conte ha commentato che sapendo che cosa il D10s rappresenti per Napoli “sarebbe bello dedicargli una vittoria, qualcosa di importante”.
Le commemorazioni per la morte di Maradona saranno tante. Basti pensare al culto di Largo Maradona, lo spiazzo dei Quartieri Spagnoli di Napoli con il celebre murale di Mario Filardi trasformatosi, dopo la morte di Diego, in un vero e proprio tempio profano. Reliquie e bancarelle si alternano a opere di artisti argentini, meta di un vero e proprio pellegrinaggio calcistico.
A Buenos Aires si stima che un milione di turisti, ogni anno, visiti i luoghi che hanno segnato la vita di Maradona. La Casa Natal, riconosciuta patrimonio nazionale, la Bombonera, stadio del suo Boca Juniors, la tomba al Jardin Bella Vista sono diventati luoghi di culto.


