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Frontiere invisibili, il piano europeo contro l’immigrazione

di Greta Giglio03 Dicembre 2025
03 Dicembre 2025
Unione europea

Manifesto di ringraziamento all'Unione europea | Foto Unsplash di Lāsma Artmane

“Ci sono persone che non hanno il diritto di stare nell’Unione europea ed è inaccettabile che non vengano rimpatriate”. Magnus Brunner, commissario europeo per gli Affari interni e la Migrazione, non usa giri di parole. A marzo 2025 la Commissione von der Leyen ha tradotto questa linea in un nuovo Regolamento sui migranti irregolari, destinato a ridisegnare le politiche di rimpatrio dell’Unione europea. Ma per chi arriva dal Mediterraneo, l’altro capo del continente, l’Europa è spesso l’unica speranza: “È un rifugio, è la più grande democrazia del mondo”, racconta a Lumsanews il medico di Lampedusa e ex europarlamentare Pietro Bartolo. Due narrazioni che si scontrano, mentre l’Ue costruisce un muro di carta intorno ai propri confini.

Il laboratorio Albania approda a Bruxelles

Dal 2008 l’Unione europea regolamenta l’immigrazione attraverso la Direttiva rimpatri. Nel corso degli anni raccomandazioni e progetti si sono succeduti per rendere più efficaci tali procedure. Dalla strategia dell’Ue per il rimpatrio volontario del 2021 si è passati nel 2024 al regolamento sulla procedura di rimpatrio alle frontiere, che prevede il respingimento diretto al confine di chi non ottiene protezione internazionale.

Il nuovo regolamento del marzo 2025, se approvato dal Parlamento e dal Consiglio dell’Unione europea, stabilirà un sistema di rimpatrio pragmatico e unitario. L’innovazione è l’introduzione nella normativa dei return hubs, centri di rimpatrio fuori dai confini Ue. “È la recezione della discussa operazione Albania del governo italiano”, spiega il giurista Claudio Panzera. “Il rischio di violare diritti fondamentali diventa molto alto in territori non europei”.

La nuova visione europea: il Patto sulla migrazione e l’asilo

“Il regolamento è fondamentale”, evidenzia l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini. “Con maggiore severità verso gli illegali, si potrà gestire meglio l’immigrazione legale”. Questo nuovo approccio si inserisce nel Patto sulla migrazione e l’asilo, approvato nel 2024 per rendere più efficace la gestione delle frontiere esterne e istituire procedure rapide per le richieste di protezione internazionale. 

Ma Christopher Hein, fondatore del Consiglio italiano per i rifugiati, invita a leggerlo con attenzione. “Metà degli articoli del Patto parlano di detenzione e privazione della libertà individuale”. Già dall’introduzione emerge la priorità: una politica di rimpatrio efficace e coordinata, che dal 2026 permetterà di gestire le richieste di asilo direttamente alle frontiere esterne, con procedura di espulsione immediata in caso di rigetto della domanda.

Immigrazione narrata e immigrazione reale

La nuova proposta viene presentata come una risposta a un’esigenza sentita da tutti i Paesi europei, come sostiene Procaccini: “La politica delle porte aperte ha creato un disastro, con problemi sul fronte dell’ordine pubblico, dei diritti sociali, della realtà culturale”. Secondo la Commissione europea, le persone senza diritto di soggiorno compromettono l’intero sistema di migrazione e asilo. Nell’ultimo anno solo il 20% degli ordini di rimpatrio ha avuto esito effettivo per gli stranieri che l’hanno ricevuto, alimentando la dinamica di quanti sfuggono al rimpatrio trasferendosi da uno Stato europeo all’altro.

Il paradosso è che questo spesso accade perché non viene lasciata loro altra scelta, come spiega Panzera: “La via legale è l’immigrazione economica, ma gli Stati hanno ridotto questo tipo di ingresso. La pressione è ricaduta sulle richieste di protezione internazionale, ma ora anche queste verranno trattate con più severità”. Chi ottiene un permesso di soggiorno spesso si scontra con difficoltà burocratiche nel rinnovarlo. “Chi invece riceve l’ordine di rimpatrio – spiega ancora Panzera – può ricorrere a un giudice, ma la procedura è così stringente e difficoltosa da far dubitare che la tutela sia effettiva”.

Inoltre la percezione del fenomeno migratorio viene a volte esasperata, come sostiene Olivia Sundberg, Ue advocate per Amnesty International: “I gruppi politici creano falsità per ottenere vantaggi. È importante smontare la narrazione secondo  la quale la migrazione è fuori controllo”. In effetti, secondo Eurostat, nel 2024 i cittadini extracomunitari erano il 6,4% della popolazione europea. Sempre lo scorso anno Frontex ha inoltre rilevato una diminuzione del 38% di attraversamenti irregolari rispetto all’anno precedente.

Rimpatriare chi non ha patria

Lo scetticismo sull’efficacia del nuovo regolamento è diffuso anche tra chi lavora in prima linea. “Non sono riusciti a rimpatriare con precedenti normative”, osserva Bartolo. “Non capisco come possa funzionare oggi. Per rimpatriare servono accordi con i Paesi di provenienza, molti dei quali sfruttano le rimesse economiche dei migranti”. Ma l’eurodeputato Procaccini assicura che questi accordi non saranno più necessari: “Con il regolamento sarà possibile fare maggiore pressione sugli Stati terzi affinché prendano gli immigrati partiti illegalmente”.

I diritti che non rientrano nel calcolo

La protesta che viene mossa da chi si oppone al regolamento riguarda i fattori che dovrebbero impedire il rimpatrio, ma che non vengono considerati. “Bisogna tenere conto dei motivi per cui non si può deportare una persona”, afferma Sundberg. “La salute, fisica e mentale, la vita privata e familiare, l’interesse superiore di un bambino”. Diritti che rischiano di finire schiacciati tra l’efficienza amministrativa e la retorica dell’invasione. 

Amnesty, insieme a oltre 200 Ong, ha firmato un appello chiedendo che il nuovo regolamento venga respinto. Si unisce a questa richiesta Pietro Bartolo, che accoglie quotidianamente i migranti arrivati dal mare: “Queste persone vivono nella speranza di trovare una vita migliore. Per non essere costretti sempre a fuggire, a essere torturati, violentati e umiliati come se non fossero degli esseri umani. Sono esseri umani, sono uomini, donne e bambini”.

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