MILANO – “Io non sono né un couturier né un sarto, sono uno che crea uno stile”. È stato proprio Giorgio Armani, scomparso a 91 anni il 4 settembre 2025, a coniare il termine stilista. Re Giorgio con la sua morte lascia dietro di sé un concetto di moda ben precisa, un’estetica sobria e minimalista, dove tutto il superfluo non trova spazio. Ma anche un’idea di moda che ha al centro il corpo, attenzione particolare che si era già sviluppata nei tre anni trascorsi nella facoltà di medicina, che poi abbandonerà dopo aver scoperto la sua vocazione.
Il corpo al centro della moda di Armani
L’anatomia risulterà fondamentale e lo stile agirà in sua funzione. La sua è stata “una rivoluzione sottovoce costruita intorno al corpo”. Così le forme della moda maschile vengono applicate a quella femminile, le giacche si destrutturano e i tailleur diventano un must. Il tutto partito dalla necessità di praticità ed emancipazione: “Quando ho inventato il primo blazer da donna l’ho fatto perché sentivo nell’aria milioni di passi di donne che stavano occupando posti di lavoro”. Ma il campo di azione dello stilista si allarga anche allo sport, con le divise realizzate per sciatori, calciatori, gli atleti italiani fino ad arrivare alle ultime, realizzate per le olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.
Le redini dell’azienda Giorgio Armani
La sobrietà e la razionalità non sono solo leitmotiv delle sue creazioni ma anche della sua personalità. Nei momenti più difficili, come la morte del socio e compagno Sergio Galeotti mancato nel 1985 – dieci anni dopo aver fondato con lui la Giorgio Armani S.p.A. – ha dovuto prendere le redini della casa di moda e affrontare tutto con “con l’impegno e la dedizione e il rigore”, valori vincenti per la creazione di un successo duraturo.
Il legame di Armani con l’infanzia e gli affetti
Nonostante i grandi successi, dai costumi realizzati per American Gigolò, alla copertina del Time nel 1982, Armani non ha mai trascurato il legame con gli affetti più stretti e i momenti più intimi della vita. Il colore greige, da lui creato e scelto per le stoffe, non è altro che il ricordo delle acque del Trebbia, fiume che attraversa Piacenza, città della sua infanzia. E proprio seguendo un percorso ideale, la sua vita si è chiusa pochi giorni dopo aver acquistato la Capannina, storica discoteca di Forte dei Marmi dove incontrò Galeotti. “Un gesto affettivo, un ritorno alle origini”, lo aveva definito.