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Agli italiani la politica interessa sempre meno. Il nuovo rapporto Istat

di Tommaso Di Caprio18 Settembre 2025
18 Settembre 2025

++ RIPETIZIONE CON TITOLO E DATA CORRETTI++ Giorgia Meloni nel corso del comizio elettorale in piazza Duomo, Milano, 11 Settembre 2022. ANSA/MATTEO CORNER

ROMA – La politica non rientra tra le priorità degli italiani. A fotografare la disaffezione dell’opinione pubblica verso un tema che dovrebbe essere centrale nella vita sociale di un Paese democratico, è l’Istat nell’ultimo rapporto sulla “Partecipazione politica in Italia” negli ultimi vent’anni, dal 2003 al 2024. 

Secondo gli analisti dell’Istituto italiano di Statistica, il disinteresse generale per l’argomento è cresciuto in modo indiscriminato, andando ben oltre l’ormai consolidata astensione elettorale. Per il rapporto, infatti, il fenomeno delle urne vuote sarebbe solo una delle conseguenze di un calo molto più generalizzato della “partecipazione politica invisibile di uomini e donne”. 

Entrando nel dettaglio, i numeri evidenziano livelli più bassi di partecipazione politica invisibile, o comunque indiretta, tra le nuove generazioni. Il 16,3% dei ragazzi tra i 14-17 anni si ricorda di informarsi su quanto accade nella vita politica italiana almeno una volta a settimana. La situazione migliora leggermente tra i 18-24enni, dove la percentuale sale al 34,6%. A non informarsi mai, invece, sono rispettivamente il 60,2% e il 35,4%.

La mappa dell’indifferenza politica da Nord a Sud

L’incidenza varia molto sul territorio nazionale. Al centro-nord, evidenzia il rapporto, “si informa di politica almeno una volta a settimana la maggioranza della popolazione, con valori compresi tra il 52 e il 54%”. Nel Mezzogiorno, i numeri descrivono, invece, una situazione diversa. Solo il 40% degli italiani tende a informarsi un giorno su sette, mentre il 37,3% non si informa mai a fronte del 25% di chi vive nelle regioni del Nord. Il tasso di disaffezione più alto si registra in Calabria, Sicilia e Campania. A fare la differenza non è solo la geografia ma anche il grado di istruzione. L’affezione è più forte e generalizzata in presenza di titoli di studio più bassi. Tra i laureati, solo l’11,3% non si informa mai di politica. Una percentuale destinata a raddoppiare tra i diplomati (24,4%) e che diventa quasi quadrupla tra coloro che hanno soltanto una licenza media ((41,2%).

I social sono le nuove piazze digitali

La maggior parte degli italiani sceglie sempre più internet e social network per non perdere di vista il dibattito politico. Il rapporto rileva che nel 2024, oltre 10 milioni e mezzo i cittadini hanno espresso “opinioni su temi sociali o politici” attraverso piattaforme come  X/Twitter, Facebook, Instagram, YouTube,  esattamente una persona ogni quattro utenti. Un aumento significativo rispetto a dieci anni fa, quando si contavano meno di sei milioni e mezzo. La televisione resta ancora il canale informativo più utilizzato mentre non è crisi nera carta stampata. Negli ultimi vent’anni, la quota di cittadini che si informano tramite i giornali si è dimezzata passando dal 50,3 al 25,4%. Nonostante la spinta dei new media, l’Istat evidenzia come “sia ancora poco diffusa la partecipazione a consultazioni o votazioni online su temi sociali (civici) o politici” che si ferma all’11,2% degli utenti di Internet, senza rilevanti differenze di genere.

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