Il reverendo Jeff Hood abbraccia Deanna Smith, la moglie del condannato | Foto Ansa

Alabama, Kenneth Smithprimo giustiziato con azotoOnu: "Può essere tortura"

L'uomo: "Passo indietro per l'umanità" Ue: "Metodo crudele e insolito"

ATMORE (ALABAMA) – Una maschera sigillata sul viso, l’azoto che entra nei polmoni. In Alabama il rintocco delle 20:25 segna una sentenza di morte inedita. Niente sedia elettrica, nessuna iniezione letale. Kenneth Eugene Smith diventa il primo condannato americano ucciso con l’azoto puro. Una nuova forma di pena capitale, mai sperimentata prima. Smith viene ucciso a 58 anni nel carcere Holman di Atmore (Alabama). Nel 1988 aveva assassinato Elizabeth Sennett su commissione del marito, un pastore indebitato che voleva incassare i soldi dell’assicurazione sulla vita della moglie. 

Ipossia da azoto, la nuova forma di pena di morte

Ipossia da azoto. Il nome del metodo usato per uccidere Smith richiama la mancanza d’ossigeno. Una forma di soffocamento. La maschera – scrive il Corriere – viene apposta sul viso del condannato con un’imbracatura in cinque punti. In caso di malfunzionamento l’azoto potrebbe provocare un ictus, un danno cerebrale, uno stato vegetativo persistente o un’asfissia da vomito. Questi alcuni dei motivi che hanno spinto ad abbandonare la pratica anche in ambito veterinario. Non per Smith, rimasto cosciente – raccontano i testimoni – per “diversi minuti dall’inizio dell’esecuzione”. Queste le sue ultime parole: “Stasera l’Alabama ha fatto sì che l’umanità facesse un passo indietro. Me ne vado con amore, pace e luce, grazie per avermi sostenuto, amo tutti voi”. 

Onu: “L’esecuzione con azoto potrebbe equivalere alla tortura”

“La cosa più orribile che abbia mai visto”, racconta Jeff Hood, il consigliere spirituale di Smith. La sua morte riapre il dibattito internazionale sulla legittimità della pena capitale e, in particolare, sull’ipossia da azoto. Ferma condanna delle Nazioni Unite. “Questo nuovo e non testato metodo di soffocamento mediante gas di azoto può equivalere a tortura o a un trattamento crudele, inumano o degradante”, commenta l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk. Rammarico condiviso dall’Unione Europea. “Secondo i maggiori esperti, questo metodo è una punizione particolarmente crudele e insolita”, scrive il Servizio d’azione esterno dell’Ue.

 

Niccolò Maurelli

Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali, grande appassionato di calcio e Formula 1. Cultura e sport sono gli ambiti che preferisco: quando sarò giornalista professionista, mi piacerebbe seguire i più grandi eventi sportivi internazionali.