Il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg \ Foto Ansa

Stoltenberg sulla guerra"Una nuova offensiva russasi prepara in Ucraina"

La Moldavia accusa Mosca di preparare un colpo di Stato nel Paese

BRUXELLES – “Vediamo l’inizio di una nuova offensiva russa in Ucraina”. Così il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg ha allertato l’Europa durante una conferenza stampa. E si è soffermato sulla rapidità dei provvedimenti da attuare nei confronti di Mosca: “Siamo nel pieno di una gara logistica – ha detto – per dare all’Ucraina i mezzi che servono per rispondere alla Russia, perché Vladimir Putin non è pronto alla pace e lancia nuove offensive”. 

Stoltenberg ha anche parlato della fornitura dei jet all’Ucraina: “Mi aspetto che la questione si affronti al prossimo incontro del formato di Ramstein, qui domani a Bruxelles”. 

Il supporto italiano a Kiev 

In merito poi alle parole di Silvio Berlusconi, il segretario della Nato ha ricordato le dichiarazioni di Giorgia Meloni al summit dei leader europei di giovedì scorso, al quale, per la prima volta dall’inizio della guerra, ha partecipato anche Zelensky: “Sono assolutamente certo che il sostegno all’Ucraina da parte dell’Italia continuerà”.  

Manovre russe su Moldavia e Bielorussia 

La presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha accusato Mosca di congiurare un colpo di Stato con il sostegno di “sabotatori con formazione militare, camuffati in abiti civili”. Il piano di Mosca prevederebbe anche l’utilizzo di stranieri per compiere azioni sovversive. 

Secondo Sandu l’obiettivo che vuole raggiungere Mosca è il “rovesciamento dell’ordine costituzionale e cambiare il potere legittimo da Chisinau a uno illegittimo che metterebbe la Moldavia a disposizione della Russia per fermare il processo di integrazione europea”. Ipotesi portata avanti anche dal presidente ucraino Zelensky che ha comunicato lo scorso 9 febbraio che l’intelligence ucraina aveva intercettato un piano russo per destabilizzare la situazione politica e prendere il potere in Moldavia. 

Intanto il ministero degli Esteri francese in una nota ha esortato i suoi connazionali in Bielorussia a: “lasciare immediatamente il Paese via terra, attraverso Lituania, Polonia o Lettonia, a causa delle ostilità in corso in Ucraina”. 

L’allarme di Whashington      

I cittadini statunitensi che vivono o si trovano in Russia “devono lasciare immediatamente il Paese ed evitare di recarvisi”. L’ambasciata degli Stati Uniti ha rinnovato l’avvertimento nella mattina di lunedì 13 febbraio ai propri cittadini, in vista di un andamento sempre più incerto della guerra, che apre la strada a conseguenze imprevedibili. Gli americani, hanno spiegato le autorità, rischierebbero la detenzione illegale: possibili arresti o violenza immotivata da parte delle forze dell’ordine russe. Ma la risposta del Cremlino non si è fatta attendere. “Niente di nuovo”, ha commentato il portavoce russo Dmitry Peskov, “non è la prima volta che sentiamo tali appelli”.

I bombardamenti russi e la risposta ucraina

Intanto le forze russe sono tornate a bombardare la regione di Kharkiv e in particolare la città di Kupiansk, dove sono state colpite abitazioni di civili senza causare vittime. Lo ha riferito il responsabile dell’amministrazione militare locale Oleh Syniehubov sul proprio canale Telegram. Secondo l’esercito di Kiev, i russi hanno lanciato 12 attacchi missilistici, 32 attacchi aerei e sferrato oltre 90 colpi con sistemi missilistici a lancio multiplo contro le infrastrutture del Paese. Le forze ucraine, invece, avrebbero colpito nelle ultime 24 ore 14 basi temporanee russe.

La ritirata da Bakhmut

Mentre l’avanzata delle truppe di Mosca continua, anche se lentamente, gli Ucraini sono pronti ad effettuare una ritirata strategica e a lasciare la città di Bakhmut, cuore dello scontro nelle regioni orientali del Paese. L’obiettivo sarebbe una ritirata strategica nelle campagne finalizzata a risparmiare soldati e continuare a fermare le unità russe in lenta avanzata, con il proposito di fiaccare il loro piano di occupare tutto il Donbass che, a detta del Cremlino, potrebbe richiedere ancora fino a due anni di tempo.