epa06300964 Authorities investigate the pickup truck and scene of a terror attack in downtown New York, New York, USA, 31 October Eight people were killed in the incident, and at least 11 were injured when the driver of a pickup truck ran pedestrians and bicyclists down in a bike lane. He then collided with a school bus injuring people including two children in the bus. The driver was taken into custody after being shot by police. The incident is being investigated as a terror attack. EPA/JASON SZENES

Attentato a New York Donald Trump:"Saipov merita Guantanamo e pena di morte"

De Blasio: "Non politicizzare tragedia" Attacco pianificato per oltre un anno

Nessun segno di pentimento e la richiesta di appendere nella sua stanza d’ospedale la bandiera dello Stato Islamico. È arrivato alla corte federale di Manhattan su una sedia a rotelle Sayfullo Habibullaevic Saipov, il 29enne di origini uzbeke accusato dell’attentato di New York dello scorso 31 ottobre: a bordo di un pick up, regolarmente affittato, ha falciato sulla pista ciclabile di Tribeca, a due passi dal New World Trade Center, le sue 8 vittime e ne ha ferite una dozzina.

Fin dal primo interrogatorio, nel letto del Bellevue Hospital, si è detto fiero dell’attacco, compiuto “in nome dell’Isis”. Lo ha pianificato per oltre un anno, seguendo le istruzioni on line: 90 video tra cui uno di Al Baghdadi in persona. Nel suo pc, inoltre, sono state trovate migliaia di immagini e decine di filmati legati al califfato. Ha scelto la festività di Halloween perché sapeva che avrebbe potuto colpire più persone, e avrebbe continuato a uccidere, se solo il suo pick up non si fosse schiantato contro uno scuolabus di un istituto vicino.

«Basta col politically correct nel rispondere al terrorismo. L’attentatore è un animale che ha fatto entrare altra gente negli Usa. Era il punto di contatto di almeno 23 persone. Chiederò al Congresso di porre fine alla lotteria della carta verde», irrompe il presidente americano Donald Trump sulla sua piattaforma Twitter. Effettivamente, Sayfullo Saipov era arrivato negli Stati Uniti nel 2010, proprio grazie a una Green Card, idea di Chuck Schumer, leader della minoranza dem al Senato. “Coloro che presentano richiesta per il Diversity Visa sono inizialmente scelti attraverso un sorteggio casuale generato da un computer, e devono in seguito dimostrare di possedere un titolo di studio di scuola superiore o un suo equivalente, oppure due anni di esperienza lavorativa negli ultimi cinque anni, in una occupazione che richieda almeno due anni di training o di esperienza”, c’è scritto sul sito dell’ambasciata americana in Italia. Ma a Trump non basta irrigidire i controlli sul visto d’entrata in America e propone per Sayfullo e per quelli come lui “Guantanamo” e la pena di morte.

«L’ultima cosa che il presidente o chiunque dovrebbe fare è politicizzare questa tragedia», ha affermato il sindaco di New York, Bill de Blasio, in un’intervista alla Cnn. Il primo cittadino della Grande Mela ha ottenuto anche l’appoggio del governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo: «Non è il momento di fare politica, non è il momento di fomentare l’odio. L’attentatore è un lupo solitario che si è radicalizzato negli Stati Uniti. Ora faremo il possibile per assicurare la sicurezza della maratona di New York (prevista per il 5 novembre, ndr)».

L’attentatore, infatti, viveva con la moglie e i suoi due figli a Paterson in New Jersey, una piccola cittadina di 150 mila abitanti con moltissimi immigrati e una comunità musulmana che rappresenta circa un quinto della popolazione. Sayfullo frequentava regolarmente la moschea, finita nel programma di sorveglianza dal 2006 al 2014. Prima aveva vissuto in Ohio, dove ha conosciuto la sua sposa, e in Florida. Aveva preso anche l’abilitazione per la guida dei camion e aveva lavorato per Uber. Nulla nel suo atteggiamento aveva fatto presagire la strage. Anche se il suo nome figurerebbe in alcune indagini Fbi su persone sospettate di radicalismo, l’unico vero precedente penale a suo carico risale all’aprile del 2016 per non essersi presentato davanti al giudice dopo un’infrazione stradale.

Intanto è stato fermato un altro uomo, Mukhammadzoir Kadirov, 32 anni, anche lui uzbeco. Ma ancora non si sa se è un complice di Saipov e se è coinvolto in qualche modo nell’attentato.

 

Marina Lanzone

Nata a Monopoli (Ba) il 17 febbraio 1993. Laureata in Lettere all'Università di Bari, ha iniziato a collaborare con una testata on-line. Nel 2016 ha frequentato un Master in giornalismo semestrale che le ha offerto l’opportunità di fare uno stage presso la sede romana del Tg5. Appassionata di teatro e cinema ma anche costume e società ha iniziato il secondo master in giornalismo presso la Lumsa per mettersi in gioco e diventare una giornalista multitasking.