epa09020239 An illustration image shows a phone screen with the Facebook logo and Australian Newspapers at Parliament House in Canberra, Australia, 18 February 2021. Social media giant Facebook has moved to prohibit publishers and people in Australia from sharing or viewing Australian and international news content in response to Australia's proposed media bargaining laws. EPA/LUKAS COCH AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT LUKAS COCH/

Australia, guerra sulle newsFacebook oscura le notizie Morrison: "No alle minacce"

Contestata legge sul diritto d'autore Google sceglie un'altra strategia

In Australia è in corso un braccio di ferro tra editori e le grandi piattaforme digitali. Dopo la decisione da parte di Facebook di oscurare tutti i link di giornali, tv e siti australiani e internazionali dai feed degli utenti, oggi c’è stato un colloquio tra governo e Mark Zuckerberg, patron del social network. Oggetto dello scontro è un disegno di legge in attesa di approvazione che imporrebbe a Facebook e Google l’obbligo di negoziare con le testate un prezzo per la pubblicazione dei contenuti. Sarà richiesta anche una maggiore condivisione e trasparenza dei dati degli utenti e un preavviso di almeno un mese per ogni modifica di algoritmo.

Il primo ministro Scott Morrison, dopo il colloquio di questa mattina ha ribadito di non volersi piegare a queste “minacce”. Il ministro delle Finanze Josh Frydenberg ha invece riportato lo stato dei negoziati, che continueranno durante il fine settimana per discutere quanto prima sulle “questioni in sospeso”.

Strategia diversa, invece, quella adottata da Google che ha scelto di stipulare con alcuni grandi editori un accordo finanziario che permetterà di pubblicare i contenuti nel programma “Showcase”, interamente curato dagli editori.

Si sgretola quindi il fronte, finora compatto, dei giganti del web nella guerra sulle news grazie all’intransigenza dell’esecutivo australiano. La legge che si pensa verrà approvata a fine mese è stata analizzata con interesse anche dagli editor europei. Sono già in cantiere proposte di emendamento della direttiva 790, che regola il diritto d’autore nell’Ue.