Autobombe esplodono in serie a Baghdad, le vittime di questo mese arrivano a 450

Dieci autobombe sono esplose oggi a Baghdad e in altre località vicine alla capitale provocando 66 morti e un centinaio di feriti e colpendo le aree a maggioranza sciita della capitale irachena e dei centri limitrofi. Gli attacchi sembrano essere un prodotto dell’acuirsi delle tensioni, che nell’ultimo periodo si stanno facendo sempre più intense, tra la maggioranza sciita, che detiene il potere e controlla il governo, e la minoranza sunnita. Il rischio è quello di tornare ai livelli del 2006 e del 2007, quando a morire nelle violenze provocate da divisioni settarie e politiche furono migliaia di persone.

Il primo degli attentati è avvenuto lungo una delle arterie principali della capitale irachena, via  Sadoun, una strada piena di negozi che attraversa il centro di Baghdad. Altre due autobombe, che hanno ucciso 12 persone, sono esplose ad Habibiya, nel sobborgo di Nuova Baghdad, che si trova nella zona est della capitale. Altri attacchi mortali sono stati segnalati nel distretto settentrionale di Khadimiya, nel quartiere sud-occidentale di Bayya, in quello vicino di Um Al Maalef e in quello orientale di Shaab. Le esplosioni non hanno riguardato solo Baghdad, ma anche altri centri urbani nelle vicinanze, come Jisr Diyala, che si trova a dieci chilometri a sud di Baghdad,  Madayen, a30 chilometridalla città, e  Saba al Bor,20 chilometria nord della capitale. 

Nel clima di paura e caos creatosi nella capitale, la polizia ha schierato forze speciali a protezione di alcune aree in cui si era diffusa la notizia della presenza di gruppi di miliziani armati, come nel quartiere di al-Mansur, nel settore ovest, abitato per lo più da famiglie benestanti.
Nessun gruppo armato però ha rivendicato gli attacchi, anche se la strategia di usare esplosioni coordinate e a catena per colpire i musulmani sciiti è stata spesso usata in passato da militanti sunniti collegati ad Al-Quaeda. Ed è proprio allo scopo di colpire questa organizzazione terroristica che esercito e polizia stanno portando avanti operazioni su vasta scala nella provincia occidentale di Al Anbar, dove è forte la presenza di al Qaida, per assicurarsi il controllo delle strade verso i confini con la Siria e la Giordania.

Gli attacchi di oggi seguono una settimana di violenze sanguinose che hanno devastato il Paese provocando più di 70 morti e numerosi feriti. Infatti, dopo che martedì scorso un’autobomba ha colpito una moschea sunnita a Baghdad, gli attentati si sono susseguiti a ritmo serrato, coinvolgendo, in un’ondata di terrorismo e di morte, numerose città irachene, come Tuz Khurmato, nel nord del Paese, colpita da due esplosioni e Tarmiyah, devastata da un attentato suicida.
Nel complesso la situazione sembra peggiorare di giorno in giorno, mentre il bagno di sangue si allarga sempre più e le vittime di questo mese sono arrivate a 450.

Alessia Argentieri