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Barazzutti: “La Davis resta una grande competizione anche senza i top. Ma preferivo la vecchia formula”

di Marco Bertolini24 Novembre 2025
24 Novembre 2025
Barazzutti

Capitano non giocatore della nazionale italiana di Coppa Davis dal 2001 al 2020 Corrado Barazzutti | Foto Ansa

ROMA – Corrado Barazzutti, allenatore ed ex tennista, è ritenuto uno dei più forti tennisti italiani di sempre, numero 7 del mondo e numero 1 d’Italia per 198 settimane. Nel 1976 ha contribuito alla prima vittoria azzurra in Coppa Davis, raggiungendo la finale nel 1977, 1979 e 1980. A Lumsanews sottolinea l’importanza della vittoria di ieri, domenica 23 novembre, dell’Italia contro la Spagna a Bologna, parlando della partita di Flavio Cobolli.

Che sapore ha la terza vittoria di fila?

“È il frutto di partite difficili ed emozionanti tipiche della Coppa Davis, come quella di Cobolli. Sono contento per questa terza vittoria di fila perché non è solo una vittoria di squadra ma di un movimento perché, giusto ricordarlo, non hanno giocato Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Questa quindi è la dimostrazione che il movimento tennistico italiano stia alla grande, un movimento al top della classifica mondiale, con tantissimi giocatori e giocatrici di livello, che hanno vinto per tre volte di fila la Davis e per due volte la Billie Jean King Cup.

Una Coppa Davis senza i migliori al mondo è comunque interessante?

“La Davis è sempre una bellissima competizione, che dà grandi emozioni indipendentemente dal fatto che giochino o meno i migliori dieci tennisti del mondo. Ovviamente, come per tutti i tornei e le manifestazioni sportive, i tifosi vorrebbero vedere i più forti, ma questo alla fine conta poco. Ieri è stata una vittoria di squadra e quel che conta è portare a casa il risultato: i ragazzi sono stati tutti bravissimi. Alla fine chi c’è c’è e chi non c’è non c’è. Ma chi c’era ha vinto e questo è importante.

Ci sono differenze con la Davis del suo periodo?

“I tempi sono cambiati, ma anche i giocatori. Quando ero capitano (dal 2001 al 2020, ndr) è stato proposto ai giocatori un quesito nel quale si chiedeva come preferissero la competizione. Si è votato che la soluzione migliore fosse questo nuovo sistema, portato dai tempi moderni, ma questo non cambia niente sul valore della Coppa. Si è sempre pensato che aumentare il prize money giocandola in un breve tempo avrebbe aiutato i giocatori più forti a essere presenti, ma non è stato così. Nell’ultimo anno sono state fatte alcune modifiche che mi portano a dire che la vecchia formula fosse la mia preferita”.

La squadra della vittoria del 1976: da sinistra, il capitano non giocatore Nicola Pietrangeli, Paolo Bertolucci, Adriano Panatta e Corrado Barazzutti | Foto Wikipedia

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