Il presidente della Juventus Andrea Agnelli nel prepartita della Supercoppa italiana contro la Lazio in programma questa sera allo Stadio Olimpico di Roma, 13 agosto 2017. ANSA/ ANGELO CARCONI

Caso biglietti ad ultràUn anno di inibizionead Andrea Agnelli

Juventus: "Esclusi rapporti con mafia" Ammenda di 300mila euro al club

Dodici mesi di inibizione e 300mila euro di multa per la Juventus. È questa la sentenza del Tribunale nazionale della Federcalcio nel processo che vede coinvolto il presidente del club bianconero Andrea Agnelli. Il numero uno della Juventus – a cui è stata inflitta anche un’ammenda di 20 mila euro – paga i rapporti non consentiti con alcuni tifosi ultrà.

La sentenza del Tribunale della Figc è stata più morbida rispetto alle richieste della Procura federale guidata da Giuseppe Pecoraro, che aveva chiesto due anni e sei mesi di inibizione per Agnelli e un’ammenda di 50 mila euro. Il procuratore aveva anche richiesto due gare a porte chiuse per la Juventus, un ulteriore match con la sola curva sud priva di tifosi e 300 mila euro di ammenda al club bianconero per responsabilità diretta nell’ambito del processo di vendita dei biglietti agli ultrà.

LA SENTENZA Nel testo della sentenza si legge come Agnelli abbia «agevolato e in qualche modo avallato o comunque non impedito le perduranti e non episodiche condotte illecite di Calvo, al dichiarato fine di mantenere rapporti ottimali con la tifoseria». I dirigenti bianconeri si sarebbero resi «disponibili a scendere a patti pur di non urtare la suscettibilità dei tifosi», in particolare nella cessione di abbonamenti e biglietti.

Caduto invece per Agnelli uno dei capi d’imputazione più grave, vale a dire la frequentazione con esponenti della criminalità organizzata. In particolare «il Tribunale non ritiene sufficientemente provato che una simile frequentazione fosse dotata della contestata “consapevolezza” riferita allo status di quei tifosi».

LA DIFESA – «Confidavamo nel proscioglimento del presidente, ovviamente la sentenza ci delude, anche se ha ridimensionato le accuse della Procura», ha commentato Franco Coppi, il legale di Agnelli.  «Appello? Certamente lo presenteremo, ora parlerò della sentenza con il mio collega Chiappero e con il presidente Agnelli», ha aggiunto l’avvocato. Anche la Juventus si è detta pronta a fare ricorso, dopo che la sentenza ha «escluso ogni ipotesi di legame con esponenti della criminalità organizzata».

IL PROCURATORE – Di idee opposte il procuratore Pecoraro: «Sono parzialmente soddisfatto perché siamo riusciti a provare la colpevolezza di tutti, ma i fatti sono talmente gravi che secondo me andavano sanzionati di più: per questo presenteremo ricorso», ha detto ai microfoni dell’Ansa commentando a caldo la sentenza. Il capo della Procura della Figc ha quindi annunciato ulteriori battaglie legali: «Credo sia utile la valutazione di un’altra corte, tenendo presente che le risorse derivanti dal bagarinaggio sono andate alla criminalità organizzata, e questo è gravissimo».

LE ALTRE CONDANNE – Il Tribunale della Federcalcio ha inoltre inibito per un anno Francesco Calvo e Stefano Merulla, mentre quindici mesi sono stati inflitti a Alessandro Nicola D’Angelo. Ad ognuno di loro è stata comminata una multa di venti mila euro.

La sentenza del Tribunale della Figc colpisce pesantemente Andrea Agnelli, da appena venti giorni nominato nuovo presidente dell’Eca, l’associazione che riunisce i club di tutta Europa. Grazie a questo nuovo ruolo, ad Agnelli spetta di diritto un posto nell’esecutivo dell’Uefa, il massimo organo del calcio europeo.

Antonio Scali

Nato in provincia di Reggio Calabria 25 anni fa, ha conseguito una Laurea Triennale alla Lumsa in Lettere Moderne e una Magistrale alla Sapienza in Filologia. Da sempre affascinato dal giornalismo, ha maturato diverse collaborazioni con siti internet, radio e tv occupandosi principalmente di sport.