Cina, venditori pigri puniti con una corsa sotto pioggia e vento, le nuove frontiere della motivazione professionale.

Una corsa sotto la pioggia per motivare i dipendenti a produrre di più. Questa la punizione inflitta da un’azienda alimentare cinese ai propri dipendenti, colpevoli di non aver raggiunto gli obiettivi di vendita nel 2012.
Il fatto. I venti impiegati del marketing di un’impresa di Chengdu, capoluogo della provincia sudoccidentale del Sichuan cinese, sono stati sanzionati in modo originale dalla dirigenza per gli scarsi obiettivi raggiunti nello scorso anno lavorativo. Dieci chilometri di corsa in calzoncini e a torso nudo sotto pioggia e vento per i maschi, mentre soltanto, si fa per dire, cinque chilometri per le donne alle quali è stato consentito di indossare un completino, seppur leggero, per proteggersi dal freddo e rigenarsi.

Le testimonianze. «All’inizio era così freddo che avevo la pelle d’oca, ma la corsa mi ha riscaldato», ha detto uno dei dipendenti puniti con spirito sportivo. Secondo quanto rivelato dal quotidiano locale Chengdu Business Daily, i lavoratori hanno confermato l’accordo preso con l’azienda a inizio 2012, e quindi, non si sono opposti alla punizione loro inflitta. L’obiettivo dell’azienda era quello di lanciare un segnale chiaro ai propri dipendenti per invogliarli a incrementare i profitti dell’azienda.
La difesa. A prendere le difese dei lavoratori è stato al momento soltanto l’avvocato Liao Hua, che ha spiegato come le aziende debbano comunque attenersi per premi o sanzioni al rispetto dei diritti delle persone. Al momento, comunque, nessun dipendente ha intrapreso alcuna azione legale – ha fatto sapere il legale – . Al di là delle valutazioni di merito, c’è un dato inconfutabile: la nuova campagna moralizzatrice lanciata dal governo per contrastare la corruzione potrebbe aver influito sul calo delle vendite dell’azienda alimentare cinese. L’austerità ha infatti causato un crollo delle vendite di cibi e liquori di lusso. Confcommercio ha fatto sapere proprio ieri che il giro d’affari nel settore ha subito una flessione del 35 per cento da novembre.

Gianluca Natoli