HomeCultura Si chiama “Click to Pray”. Il Papa lancia un’app per pregare ovunque

Si chiama "Click to Pray"
Il Papa lancia un'app
per pregare ovunque

Per Francesco: "La rete aiuta a pregare"

Oggi in partenza per Panama per la GMG

di Matteo Petri21 Gennaio 2019
21 Gennaio 2019

Si chiama Click To Pray e sarà la piattaforma ufficiale di preghiera della Giornata Mondiale della Gioventù, in programma da domani a domenica a Panama. Ad annunciarlo ieri il Sommo Pontefice durante l’Angelus: “Internet e social media sono una risorsa del nostro tempo; un’occasione per stare in contatto con gli altri, per condividere valori e progetti, e per esprimere il desiderio di fare comunità. La rete può aiutarci anche a fare comunità, a pregare insieme”. Ha così spiegato il Papa avviando in diretta l’app e anticipando i contenuti del messaggio per la Giornata delle Comunicazioni sociali che verrà pubblicato in settimana.”Qui – spiega ancora il Pontefice – inserirò le intenzioni e le richieste di preghiera per la missione della Chiesa”.
Click To Pray, oltre che applicazione disponibile su dispositivi Android e iOS, è anche un sito web (www.clicktopray.org) consultabile in sei lingue diverse.

La piattaforma ha tre sezioni principali: “Prega con il Papa” con le intenzioni mensili del pontefice per le sfide dell’umanità e della missione della Chiesa; “Prega ogni giorno” per facilitare la preghiera tre volte al giorno; “Prega in rete” che è uno spazio dove gli utenti (incluso Papa Francesco) possono condividere le loro preghiere e pregare gli uni per gli altri. Vi è poi anche la sezione personale del Papa che si trova cliccando sul pulsante “Papa Francesco” nella sezione “Prega in rete”. Per la Giornata Mondiale della Gioventù l’app avrà anche una specifica sezione multimediale per la preghiera e la meditazione del Rosario per la Pace.

Un recente studio di We are Social e Hootsuite testimonia che sono sempre di più gli italiani connessi a internet, il 73,7 per cento nel 2016, e il dato è in continua ascesa. A fronte del dato però è possibile che non tutti siano ancora pronti a pregare smartphone alla mano.

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