BRUXELLES – L’Europa divisa sugli asset. Al via il Consiglio europeo di Bruxelles, dove sono presenti tutti e 27 i leader dei Paesi Ue. Sul tavolo del summit due testi separati, frutto delle numerose limature degli ultimi giorni. Il primo riguarda le conclusioni generali del vertice, con gli indirizzi politici dell’Unione. Il secondo, separato dal primo anche perché – salvo sorprese – non sarà approvato all’unanimità, riguarda l’utilizzo dei beni russi congelati per finanziare l’Ucraina.
Le garanzie per gli asset esclude dal debito pubblico
Alcuni Paesi, tra cui l’Italia, hanno espresso alcune perplessità sulla misura, sia per le possibili ritorsioni russe che per la legalità stessa dell’operazione. È per questo motivo che nella bozza di conclusioni del Consiglio si legge che “le garanzie degli Stati membri sono contabilizzate come passività potenziali, senza alcun impatto sul livello del debito pubblico” dei singoli Paesi.
A Miami i colloqui tra Usa e Ucraina
Presente a Bruxelles anche Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ha affermato che, se non verrà presa una decisione sugli asset russi congelati, questo costituirebbe un “grosso problema” per Kiev. Il leader ucraino ha inoltre annunciato che, tra domani (19 dicembre) e sabato, una sua delegazione si incontrerà a Miami con gli americani per continuare i colloqui di pace.
La posizione del Belgio
Uno dei Paesi più contrari all’utilizzo dei beni russi congelati è il Belgio. Ursula von der Leyen ha definito la posizione belga “comprensibile”, ma ha ribadito che “il rischio deve essere condiviso da tutti: è una questione di solidarietà”. “Non lasceremo il Consiglio – ha concluso la presidente della Commissione Ue – senza una soluzione per il finanziamento dell’Ucraina”. “È la decisione che dobbiamo prendere ora”, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron.
I dubbi di Tajani e il no di Orban
Il ministro degli Esteri Tajani esprime “forti dubbi” sulla misura. Posizione condivisa da tutta la maggioranza di governo, che non ha ancora fatto sapere come voterà oggi al summit. Assolutamente contrario, invece, il premier ungherese Orbán che ha definito la manovra “un’idea stupida, come rubare i soldi a qualcuno”. Grande sostenitore dell’utilizzo degli asset russi congelati è il premier polacco Tusk, che al suo arrivo a Bruxelles ha detto: “La scelta è semplice: soldi oggi o sangue domani”.


