Continua l'emergenza sbarchi300 migranti a Lampedusaattendono un porto sicuro

Malta ha ignorato le richieste di aiuto Trapani ha accolto altre 800 persone

Non si arresta l’ondata di migranti in arrivo sulle coste italiane. Ieri, dopo giorni di attesa, la nave Sea Eye 4 ha potuto attraccare a Trapani e cominciare le operazioni di sbarco per più di ottocento migranti salvati nel Mediterraneo. Tra loro quasi duecento sono minori. La Ocean Viking di Sos Méditerranée è ferma da giorni davanti all’isola di Lampedusa, in attesa di ricevere un porto sicuro in cui poter fare sbarcare 306 persone rimaste a bordo della nave. In Salento, tra Santa Maria di Leuca e Otranto due gruppi di migranti, 68 nel primo caso e 16 nel secondo, sono approdati nella tarda serata di ieri, mentre ben 59 sono giunti la notte scorsa nel porto di Crotone.

Malgrado nella stragrande maggioranza di casi le operazioni di salvataggio avvengano tra le Sar, le zone di ricerca e soccorso, di responsabilità della Valletta, Malta continua a non fornire il “Pos”, il porto sicuro dove far sbarcare centinaia di individui in fuga, e l’Italia è costretta a intervenire. “Gli Stati europei devono fare pressione affinché Malta risponda alle richieste di aiuto nelle sue zone di competenza, anche perché molti di questi migranti sono vulnerabili”, ha detto Gorden Isler, presidente di Sea-Eye, mentre dal Viminale è stato lanciato l’allarme: “Noi salviamo vite, ma l’Europa ci aiuti”.

La maggior parte dei migranti, sottolineano i soccorritori, viene dall’Africa e fugge da guerre, carestie e siccità. Passa attraverso la Libia, dove il Governo di unità nazionale li spedisce nei centri di detenzione, luoghi infernali dove molti dicono di aver subito torture e stupri. Si tratta di donne e minori, spesso non accompagnati, che al momento dello sbarco portano sui corpi i segni delle violenze. Secondo i numeri forniti dalle autorità libiche almeno 20mila persone sono scomparse dalle prigioni libiche dopo essere stati arrestate. Dall’inizio dell’anno, 1369 migranti sono morti annegati, mentre tentavano la fuga attraverso il Mediterraneo. Una cifra più che raddoppiata rispetto al 2020.

Andrea Persili

Classe 1990, laurea in Giurisprudenza e tante passioni: dalla politica alla letteratura, dalla storia alla filosofia. Ho fatto da relatore in seminari sul diritto di cittadinanza. Ho scritto di caporalato e mobbing. Ed alla fine ho scoperto che il giornalismo è la mia vera passione: la curiosità di indagare in territori inesplorati e di dare voce a chi non può farlo.