epa09562861 The steaming coal-fired power plant Datteln 4 is reflected in the water of the Dortmund-Ems-Canal in Datteln, Germany, 02 November 2021 (issued 04 November 2021). The production of carbon-based energy is one of the main sources of environmental pollution worldwide and the black coal consuming plant was controversial already before launched in May 2020. Germany, a coal extracting country, is striving to abolish coal and nuclear power and to convert to renewable energies, one of the main topics of the COP26. EPA/FRIEDEMANN VOGEL

Cop26, accordo per eliminarel'utilizzo del carbone Assenti Usa, Cina e India

Il traguardo entro la fine del 2040 Stop ai fondi per i combustibili fossili

L’obiettivo di eliminare il carbone dalla produzione energetica sembra essere più vicino. Durante la Cop26 di Glasgow, 23 Paesi si sono impegnati per la prima volta a raggiungere l’ambizioso traguardo entro il 2040. In particolare, si punta ad eliminare il carbone dalla produzione di energia, ad aumentare le fonti rinnovabili e a garantire una transizione giusta dal carbone.

Tra gli Stati che si sono aggiunti al gruppo già esistente ci sono anche Polonia, Indonesia, Vietnam e Corea del Sud. La vera notizia, però, è che Cina, Stati Uniti e India non hanno firmato l’accordo. Il carbone rappresenta il 60% della produzione di energia della Repubblica popolare cinese, che ha in costruzione 95 centrali, con sei volte la capacità operativa di tutta la Germania. Anche l’India si trova in una situazione simile.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, invece, il peso del carbone è decisamente sceso negli ultimi tempi ed è ai minimi da 50 anni. Anche Australia e Giappone mancano all’appello, che hanno confermato di non voler far parte di questo patto.

Nella giornata di ieri, però, è stata siglata anche un’altra importante intesa. L’Italia, con altri 20 Paesi, si è impegnata a porre fine ai sostegni pubblici al settore energetico dei combustibili fossili entro il 2022. L’accordo potrà essere bypassato solo in caso di “limitate e definite circostanze, che siano coerenti con un limite di riscaldamento di 1,5 gradi e con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”.

L’agenzia per l’ambiente dell’Onu, però, ha già fatto sapere che “limitare il riscaldamento climatico non basta”. Ha poi aggiunto: “Bisogna adattarsi. Alcuni danni sono irreversibili”.

Paolo Consolini

Mi chiamo Paolo Consolini e sono nato il 1 marzo 1998 a Roma. Sono laureato in Scienze della Comunicazione presso l’Università LUMSA. Seguo con passione lo sport, in particolare il calcio estero.