HomeEconomia Cresce la moda italiana. Ma solo nel 2023 tornerà ai livelli pre-crisi

La moda italiana
tornerà ai livelli pre-crisi
solo nel 2023

Cresce l'occupazione nel settore

Ma ancora poche le donne nelle aziende

di Paola Palazzo17 Febbraio 2021
17 Febbraio 2021

Il settore della moda italiana quest’anno crescerà del 10%. Ma solo nel 2023 si raggiungerà il livello pre-crisi. È quanto stimato dal report sul “Sistema Moda” dell’Area studi di Mediobanca, presentato in occasione della terza edizione dell’ Annual Fashion Talk. L’analisi aggrega i dati finanziari di 80 multinazionali del fashion, che nel 2019 hanno fatturato più di 1 miliardo di euro, e delle 177 maggiori Aziende Moda Italia, che presentano un ricavo sopra i 100 milioni. 

Secondo Mediobanca, le aziende italiane hanno subito una riduzione del giro d’affari del -23%. Facendo un passo indietro, nel 2019 è stato registrato un fatturato totale del settore di 71,1 miliardi (+20,8% sul 2015), con una crescita media annua delle vendite nel 2015-2019 del 4,8%. Aumenta anche il peso del comparto sul Pil nazionale (1,2%, contro l’1% del 2015). 

L’abbigliamento è il settore che da solo determina il 42,9% dei ricavi aggregati. A seguire la pelletteria (26,1%). Quanto alla crescita media annua delle vendite nel 2015-2019 si distingue invece la gioielleria (+10,3%) seguita dal comparto pelli, cuoio e calzature (+7,8%).

Cresce anche l’occupazione, con più di 43.700 nuovi addetti (+16,9% sul 2015), per una forza lavoro totale di 303.000 unità a fine 2019. Rilevante anche la presenza di gruppi stranieri nella moda italiana: 71 delle 177 aziende hanno una proprietà straniera e controllano il 37,2% del fatturato aggregato. 

Secondo il report, a livello mondiale, nei primi nove mesi del 2020 c’è stato un calo dei ricavi del -23% per i maggiori player fashion. Il mercato europeo è stato il più penalizzato dal blocco dei flussi turistici. Ma nell’ultimo trimestre dell’anno c’è stato un rimbalzo del fatturato del +17%.  

Digitalizzazione e sostenibilità, secondo Mediobanca, saranno alla base della ripresa dell’industria. Per ora i gruppi statunitensi risultano più “green” di quelli europei. Ma dall’analisi dei bilanci di sostenibilità emerge un segnale inequivocabile dell’eccellenza della filiera italiana: in media oltre un quarto dei fornitori dei gruppi europei della moda ha sede in Italia, con picchi di oltre l’80% nella fascia alta del mercato.

Un altro tema affrontato è quello della presenza femminile in azienda che cala all’aumentare del livello di responsabilità. Nei Cda dei gruppi italiani, la quota di donne si ferma al 21,3%.

 

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