Crisi idrica a Palermovia al razionamento riserve solo per 2 mesi

Sprecati 100 milioni di metri cubi Si invoca lo stato di calamità naturale

È emergenza idrica a Palermo. “La nostra città torna al passato con il razionamento idrico. Peccato che dal 2010 si continui a sversare in mare l’acqua delle sorgenti di Scillato, a causa di una breccia nell’acquedotto che la porta in città”. A dirlo Giovanni Musso, segretario generale Femca Cisl Palermo Trapani, e Lia Arcuri, segretario aziendale all’Amap per la Femca Cisl Palermo Trapani. “In 8 anni sono stati buttati a mare 100 milioni di metri cubi d’acqua potabile”, aggiungono poi Musso e Arcuri.

Ma il problema arriva da lontano. Dal 2010 infatti il fabbisogno idrico di Palermo è stato soddisfatto utilizzando le acque potabilizzate degli invasi, con elevati costi energetici e di trattamento e così, anno dopo anno, gli invasi si sono svuotati fino a diventare delle pozzanghere.

“Oggi come effetto della scellerata gestione – aggiungono Musso e Arcuri – diventa indispensabile la turnazione e si invoca lo stato di calamità naturale prospettando come soluzione i dissalatori. Dietro la sete d’acqua ci sono progetti, lavori, accordi e finanziamenti, un business ingente”.

Michela Eligiato

Nata a Potenza il 31/07/92. Ha conseguito la laurea triennale presso la Lumsa in Scienze Umanistiche. Ha inoltre conseguito la laurea magistrale in Editoria e Scrittura alla Sapienza, con votazione 110/110 e lode. È iscritta dal 2014 nell’elenco dei Pubblicisti dell’ordine dei giornalisti della regione Basilicata.