Denise Pipitone, assolta la sorellastra Jessica. Era l’unica pista rimasta in piedi a 9 anni dalla scomparsa della bimba di Mazara

Dopo nove anni non c’è un colpevole per la scomparsa di Denise Pipitone, la bimba, sparita nel nulla il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo, nel trapanese. Ieri è stata infatti assolta Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise per parte di padre, accusata di concorso nel sequestro della piccola. All’ex fidanzato di Jessica, Gaspare Ghaleb, imputato di false dichiarazioni a pm, i giudici hanno inflitto due anni di reclusione. I Pm aveva chiesto una condanna a 5 anni e 4 mesi. Perla Pulizzi invecela Procura aveva chiesto 15 anni e quattro mesi di carcere.

«Oggi mia figlia è come se fosse stata sequestrata di nuovo – ha spiegato affranta Piera Maggio, madre della piccola Denise – Si è arrivati all’assoluzione di Jessica nonostante i pm avessero detto che gli indizi contro di lei fossero chiari, univoci e convergenti. C’è qualcuno che vuole gettare in fondo a un fiume questo procedimento». Delusa per l’esito anchela Procuradi Marsala. Durante la dura requisitoria il Pm ha spiegato che «È stato fatto tutto quello che si doveva fare, nessuna pista è stata scartata. Neppure quella degli zingari, legata però a credenze popolari. Il tempo, comunque, dal punto di investigativo, non è passato invano. Tutte le piste alternative all’imputata Jessica Pulizzi sono state escluse perché prive di riscontro e prive dell’elemento fondamentale». Le indagini si sno mosse in tre direttrici diverse: «La ricerca della bambina, controllando e ispezionando con grande dispiegamento di forze ogni pozzo o anfratto. Poi, le indagini sui possibili autori del sequestro e infine l’attività di riscontro alle segnalazioni, anche quelle anonime».

Deluso per la sentenza anche il genitore dell’imputata, Piero Pulizzi, padre anche di Denise, nata da una relazione coniugale con Piera Maggio. E proprio la gelosia provata per la sorellastra, secondola Procura, sarebbe stato il movente alla base del sequestro. Anche se è stata la stessa Procura ha spiegare che la donna «non può aver agito da sola». Soddisfatta invece l’imputata, che hai microfoni dell’inviata di quarto grado ha spiegato: «Ho sempre detto di essere innocente. I giudici mi hanno creduto: dopo nove anni da incubo hanno preso la decisione che dovevano prendere. Spero che facciano giustizia per Denise. La mia vita, ora, può continuare normalmente».

Le indagini però non si fermano, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, che verranno pubblicate entro i prossimi 90 giorni. «Probabilmente proporremo appello alla sentenza, ma prima dobbiamo leggere le motivazioni», ha spiegato il procuratore di Marsala, Alberto Di Pisa. «Le indagini sul caso, comunque, proseguono, come pure le ricerche della bambina costantemente, infatti, valutiamo le varie segnalazioni di avvistamenti che ci pervengono».