Dogman di BessonUn film capace di unireamore e violenza

Un uomo ai margini della società ma forte grazie ai suoi amici fedeli

“ Ovunque ci sia un infelice, Dio invia un cane”. Inizia così con la citazione del poeta francese Alphonse de Lamartine, in Dogman, il lungometraggio del regista francese Luc Besson in concorso alla 80esima Mostra del Cinema di Venezia. Un Film sorprendente, viscerale, sincero, crudo, capace di unire violenza e amore, ferocia e dolcezza e di mettere a nudo le dinamiche sociali in cui il diverso viene spesso emarginato e deriso considerandolo un reietto della società.

L’infelice a cui fa riferimento la citazione è Douglas (interpretato da Caleb Landry Jones), un ragazzino del New Jersey rinchiuso in una gabbia di segugi dal padre per aver detto di amare di più i cani della propria famiglia. Un amore forte, incondizionato e reciproco quello per i suoi cani, i migliori amici dell’uomo, che – fedeli – non tradiscono, ma soprattutto ti amano per come sei e non per quello che possiedi o per come appari fisicamente. Douglas ne è consapevole li adora più degli esseri umani, a tal punto di prendersi una pallottola dal padre pur di difenderli. Questo avvenimento lo costringerà a vivere in sedia rotelle e lo porterà sempre di più a essere ai margini della società, dove l’unico lavoro che troverà sarà esibirsi come drag queen in un locale e gli unici compagni di vita saranno i suoi fidati “bambini”.

La solitudine e la rabbia per ciò che ha dovuto subire lo porteranno a vendicarsi commettendo reati e omicidi, ma lo spettatore, sapendo ciò che ha dovuto subire, non riuscirà a vederlo come carnefice, simpatizzando per lui, soffrendo con lui e sperando che la possa fare franca. Presente in tutto il film troviamo temi come la volontà di Dio, la fede, il destino, il come reagire alle avversità e questo porta lo spettatore a domandarsi: Perché capitano tutte proprio a Douglas? Perché proprio a quel bambino?

La riuscita di questa opera d’arte è data sia dalla bravura e dall’ ecletticità di Caleb Landry Jones, che riesce ad immedesimarsi perfettamente nel ruolo, con movenze ed espressioni che non lasciano nulla al caso, ma anche da una sceneggiatura  e da una regia impeccabili.

Voto 9