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Donetsk: è guerra civile. Scomparsi 4 osservatori dell’Osce e un sacerdote

di Cesare Bifulco28 Maggio 2014
28 Maggio 2014

kiev-operazione-antiterroristica-donetskCoprifuoco, bombardamenti, evacuazione dei civili, cecchini e militari per le strade. Altro che “disordini” in Ucraina è guerra civile. Nell’est del paese, e in particolare nella città di Donetsk la situazione sembra essere precipitata. Si susseguono gli scontri nelle strade tra militari ucraini e miliziani filorussi mentre l’esercito di Kiev si prepara all’offensiva finale per il controllo dell’aeroporto della città, ancora nelle mani dei separatisti.

Dopo i bombardamenti di martedì in città comincia la conta dei morti secondo le fonti ufficiali del governo di Kiev, sarebbero 40 di cui 2 civili. Numeri molto diversi quelli comunicati dal leader separatista Denis Pushilin durante una conferenza stampa martedì: “Almeno 100, la metà dei quali sono dei civili.”

Ad aumentare la tensione si aggiungono due rapimenti e l’imminente scadenza dell’ultimatum lanciato da Kiev.Si sono infatti persi da alcune ore i contatti con 4 osservatori dell’Osce, e il vescovo di Kharkiv, Marian Buczek, ha annunciato il rapimento da parte di miliziani filorussi nella città di Donetsk di padre Pawel Witek. Inoltre, scade tra poche ore l’ultimatum lanciato dal governo di Kiev attraverso il portavoce della Difesa  Vladislav Seleznyov.

“Arrendersi o morire – ha detto Seleznyov – il comando dell’ Operazione anti-terroristica garantirà la sicurezza di quanti sono pronti a consegnare le loro armi”. Inoltre il portavoce ha aggiunto che l’esercito si prepara ad usare “armi di precisione” contro i separatisti.A rinnovare l’appoggio della Casa Bianca al neoeletto premier ucraino Petro Poroshenko è stato direttamente Barak Obama con una telefonata, in cui ha sottolineato che questi sono momenti delicati per la sovranità nazionale e l’integrità territoriale; mentre Putin fa sapere attraverso il ministro degli esteri Lavrov che la strada dello scontro armato scelta da Poroshenko non è sicuramente la migliore e che Mosca non resterà a guardare ancora per molto.

Cesare Bifulco

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