"Il voto è stato regolare"Le autorità elettorali Usasmentiscono Donald Trump

Il tycoon pronto a correre per il 2024 e attacca Murdoch e la Foxnews

“We will win”. Ma anche no. Secondo diverse autorità elettorali Usa non ci sono dubbi: il voto in Usa è stato regolare. “Nessuna prova” di schede modificate, disperse, violate. Un colpo di ascia sul presidente Donald Trump che continua a sostenere di essere il vincitore.

Ma con una voce sempre più flebile: secondo il New York Times “The Donald” sarebbe intenzionato ad annunciare la sua corsa per il 2024. A stanare il presidente dal bunker le dichiarazioni glaciali del suo stratega Karl Rove: “Trump non ha i numeri perché non sono emerse grandi irregolarità e poche decine di voti non cambiano la situazione”.

Ma il tycoon per ora non si arrende nonostante il pressing dei consiglieri e della moglie Melania: “Ammetti la sconfitta o non sarai presentabile per le future elezioni”. Ma Trump, folle o tenace che sia, per ora rimane in sella a twittare contro la Fox di Rupert Murdoch “colpevole di uno sciocco tradimento”.

Con lui una manciata di fedelissimi guidati dall’ex sindaco di New York Rudy Giuliani che promette ancora battaglia legale stato per stato per il riconteggio dei voti.

A piegarli non bastano neanche la dichiarazione del Ceo di Facebook Mark Zuckerberg che si congratula con il democratico Joe Biden per “la vittoria pulita” né la Cnn che annuncia: “L’Arizona va a Biden: l’ultima volta fu democratica con Clinton nel 1996”.

Ma nel mondo Biden è già presidente. La Cina parla di “vittoria pulita senza brogli” e il pontefice Jorge Mario Bergoglio lo chiama al telefono e lancia una comune sfida per migranti, clima e contro la povertà.

Ma in Usa lo scontro non si placa. I suprematisti bianchi sono incendiati dalle parole del tycoon e minacciano azioni di forza. I militanti più aggressivi del movimento contro il razzismo, Black Lives Matter, promettono di rispondere a ogni provocazione. La speaker della Camera Nancy Pelosi attacca Trump: “Vattene o darai fuoco al paese”. Il rischio per il tycoon è finire davvero a recitare la parte ritagliata per lui con un nomignolo da Joe Biden: “Deranged Donald” (“Donald il folle”).

 

Andrea Persili

Classe 1990, laurea in Giurisprudenza e tante passioni: dalla politica alla letteratura, dalla storia alla filosofia. Ho fatto da relatore in seminari sul diritto di cittadinanza. Ho scritto di caporalato e mobbing. Ed alla fine ho scoperto che il giornalismo è la mia vera passione: la curiosità di indagare in territori inesplorati e di dare voce a chi non può farlo.