Europee, Berlusconi: «In Italia non c’è più democrazia». Anche Grillo attacca il sistema

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Ormai la campagna elettorale per le Europee è agli sgoccioli. I leader dei principali partiti in corsa hanno parlato anche ieri, sparando le ultime cartucce alla ricerca di quei voti che possono fare la differenza.

Berlusconi ha parlato all’Eur, accompagnato dalla compagna Francesca Pascale. Il Cavaliere ha puntato il dito contro Matteo Renzi e il suo esecutivo, criticando l’ex sindaco di Firenze in modo veemente: «L’attuale governo è una vera delusione. Renzi si è esposto su dodici-tredici cose ma al momento ne ha concretizzata solo una. Dietro la faccia giovane del premier c’è sempre stato e continua a esserci un governo di sinistra che come primo provvedimento alza le tasse». E ha poi rincarato la dose, strappando l’applauso del pubblico accorso: «Questi non possono governare, sono dei dilettanti allo sbaraglio. Il voto di domenica è un referendum sulla legittimità dell’esecutivo». Berlusconi ha precisato che «una convinta opposizione è l’unica risposta nei confronti del Pd» e che se Forza Italia un giorno tornerà al governo «il primo provvedimento sarà quello di aumentare le pensioni minime e subito dopo abolire l’Imu». Anche sull’Europa, il Cavaliere ha le idee chiare: «Bisogna cambiare molte cose. Innanzitutto il vincolo del 3% va abolito e poi serve maggior sinergia nelle scelte». In chiusura, Berlusconi è tornato a parlare di giustizia. E lo ha fatto con parole molto dure: «Ormai viviamo dentro uno Stato e un sistema che non sono più veramente democratici. Purtroppo sono costretto a chiudere il mio intervento. Se entro le 23 non sono a casa, vengono i carabinieri e mi portano a san Vittore».

Ieri è stato il giorno anche di Beppe Grillo, che ha parlato a Piazza Duomo. Il leader dei 5 Stelle, come suo solito, non si è affidato a giri di parole per esprimere il suo pensiero: «Adesso hanno paura, questi uomini rimasti dieci anni al governo, i responsabili di questo disastro. Dicono che sono cattivo. Saremo cattivissimi con loro ma senza violenza, li manderemo a casa. Praticamente abbiamo già vinto, ma non cerchiamo vendetta perché la vendetta è per i deboli. Prenderemo il 58% e diventeremo lo Stato».Uno dei bersagli del discorso di Grillo è Martin Schulz, Presidente del parlamento europeo: «Schulz, stai facendo una campagna vergognosa per il Pd e offendi un movimento come il nostro, offendi 10 milioni di persone. Ma come ti permetti? Hai detto che siamo un’arietta, siamo un’arietta che diventerà un vento, arriveremo lì e ti spazzeremo via». Dario Fo era accanto a Grillo sul palco milanese. Il Premio Nobel ha attaccato la classe politica, infiammando i presenti: «Appena penso ai politici, mi viene da urlare: “Giù la maschera ipocriti!”. Dicono di metterci la faccia, ma è una maschera di carta pesta. Usano il termine “populista” in tono d’insulto, ma non sanno neanche cosa significa. Basta guardare sullo Zanichelli, deriva dall’Ottocento. Il populismo è un movimento che intende migliorare la condizione e la cultura del popolo per liberarlo dalla soggezione dei potenti. Sì, io mi sento un populista».

Valerio Dardanelli

Valerio Dardanelli

Classe 1988, romano, appassionato di cinema da sempre, ha assecondato questo interesse laureandosi alla Lumsa in Scienze della Comunicazione con una tesi incentrata sull’evoluzione etica del genere western dalle origini a oggi, ripercorrendone le tappe più significative fino all’attuale declino. Ha collaborato con vari siti e riviste d’informazione sportiva e cinematografica. Con la sua Canon in spalla ha seguito diverse edizioni degli Internazionali di tennis, il suo secondo amore.