HomeCultura Facebook dice addio al riconoscimento facciale: “Crescenti preoccupazioni nell’uso”

Facebook annuncia l'addio
al riconoscimento facciale:
"Preoccupazioni nell'uso"

Timori di arresti per errore in Usa

Cancellate anche 1 miliardo di faceprint

di Paola Palazzo03 Novembre 2021
03 Novembre 2021

A pochi giorni dal cambio di nome in Meta, Facebook annuncia una nuova novità: non userà più il riconoscimento facciale per le foto e i video sulla sua piattaforma. “I regolatori sono ancora in procinto di fornire una serie chiara di regole che ne disciplinino l’uso – spiega Jerome Pesenti, vice presidente Facebook per l’Intelligenza Artificiale – In mezzo a questa incertezza riteniamo sia appropriato limitarne l’uso a una serie ristretta di casi”.

Il dietrofront sul riconoscimento facciale è seguito dalla promessa da parte del colosso dei social media di cancellare le ‘faceprint’ di più di un miliardo di persone accumulate fino ad ora. Due decisioni dovute alle possibili conseguenze che un uso non regolamentato di questa funzione può provocare. Negli Stati Uniti, per esempio, l’utilizzo del sistema ‘Face Recognition’ da parte della polizia ha sollevato accesi dibattiti dopo alcuni casi di persone innocenti arrestate perché l’Intelligenza artificiale ne aveva erroneamente identificato i volti. In Cina sarebbe stata utilizzata per controllare la minoranza musulmana degli uiguri.

In Europa la funzione segue le direttive stabilite dal Regolamento generale per la protezione dei dati (Gdpr) in vigore dal 2018, per cui l’attivazione del riconoscimento facciale è possibile esclusivamente dietro consenso e solo da utenti maggiorenni. Inoltre, il Parlamento europeo ha più volte invitato i Paesi membri a non usare questa tecnologia negli spazi pubblici e a limitarne l’impiego tra le forze di polizia.

Un addio non troppo sofferto per l’azienda di Zuckerberg che più di una volta negli scorsi anni ha dovuto mettere mani al portafoglio a causa di questa funzione. Nel 2019 ha dovuto pagare una sanzione da 5 miliardi di dollari comminata dal Federal Trade Commission, mentre l’anno dopo ha patteggiato una class action in Illinois dal valore di 640 milioni di dollari.

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