HomeEconomia Garanzia Italia, il sistema per l’erogazione di prestiti alle Pmi è in sovraccarico

Prestiti, Garanzia Italia
in sovraccarico il sistema
per l'erogazione dei fondi

Numerose richieste arrivate alle banche

Mulé: "Non bastano. Necessari i voucher"

di Serena Console21 Aprile 2020
21 Aprile 2020

La burocrazia bancaria rimane ancora un problema che rende difficile per gli imprenditori delle piccole e medie imprese accendere un mutuo o richiedere un finanziamento durante la sospensione delle attività imposta dal coronavirus.
La denuncia di un ennesimo episodio burocratico, vissuto da una Srl – una società a responsabilità limitata – del Centro Italia come una lunga saga dal finale negativo, arriva dal Corriere della Sera. Il quotidiano ha raccolto uno scambio di email tra l’azienda e un istituto bancario per richiedere un finanziamento di 15 mila euro e sostenere i costi fissi aziendali nel periodo di quarantena.

L’episodio dimostra come “Garanzia Italia”, il meccanismo con la garanzia di Sace e la contro-garanzia dello Stato, finalizzato a erogare prestiti bancari garantiti alle Pmi, fino a 25mila euro, sia stato richiesto da migliaia di imprenditori che si sono rivolti agli istituti bancari: Mps ha ricevuto 13 mila richieste per 295 milioni di euro, il Banco Bpm ne ha ricevuto 8.000, Bnl 5.000, Bper circa 1.500 mentre il Credem ne ha viste un migliaio. Intesa ha ricevuto oltre 70.000 richieste e, soprattutto, ha già erogato i primi finanziamenti.

Uno degli aspetti più importanti riguarda i tempi per ottenere le garanzie Sace: per la procedura semplificata, dedicata alle imprese con fatturato inferiore a 1,5 miliardi e con meno di 5.000 dipendenti, e per tutti i finanziamenti di importo fino a 375 milioni avverrà entro 48 ore.

A confermarlo è  la Task Force Sace-Abi, che ha definito e concordato i termini e le condizioni che disciplinano il rilascio delle garanzie da parte di Sace a beneficio degli istituti di credito che emetteranno i finanziamenti. Ma le promesse non bastano.

Il segretario generale della Fabi, la federazione autonoma dei bancari italiani, Lando Sileoni punta il dito contro “due ritardi” che si sono generati nella vicenda dei prestiti alle imprese garantiti dallo Stato per l’emergenza coronavirus. La responsabilità, secondo Sileoni, è dovuta all’accordo che Sace che ha sottoscritto Abi “solo l’altra notte”.

Ma l’attacco sul meccanismo di erogazione che posticipa le aperture delle attività arriva anche dal fronte politico. Giorgio Mulé, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, a Mattino 5 ha accusato il governo di non ascoltare gli appelli degli esponenti di categoria. Mulé chiede di riattivare un sistema di pagamento abrogato nel 2017, i voucher, che garantirebbe alle aziende di assumere a tempo determinato gli studenti agricoli e chi percepisce i redditi di cittadinanza nelle attività agricole e industriali pronte a riaprire nella “Fase 2”.

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