MILANO – Nuovo colpo di scena sul caso Garlasco: un testimone smonta la tesi di Andrea Sempio. Infatti, secondo la testimonianza, non sarebbe suo lo scontrino del parcheggio di piazza Sant’Ambrogio di Vigevano, elemento cardine del suo alibi e punto fondamentale dell’archiviazione delle accuse nei suoi confronti firmata dal gip Fabio Lambertucci.
La ricostruzione del testimone
Come riportano i quotidiani “Corriere della Sera”, “La Repubblica” e “La Stampa” gli inquirenti – che indagano su Andrea Sempio per concorso nell’omicidio di Chiara Poggi – avrebbero rintracciato un uomo informato sui fatti, ma che non è mai stato sentito finora. L’uomo ha spiegato di avere una conoscenza diretta del fatto che a Sempio quel tagliando sarebbe stato fornito. Non sarebbe stato quindi lui a ritirare alle 10,18 del 13 agosto 2007 il biglietto della sosta dal parchimetro. Se il racconto, su cui sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi, fosse vero – sottolineano i giornali – cadrebbe di conseguenza la versione di Sempio e dei genitori per i quali la mattina dell’omicidio l’allora 19enne non fosse a Garlasco.
Il biglietto come “elemento sospetto” della nuova indagine
Il ticket – fin dall’inizio della nuova inchiesta dei Pm di Pavia diretti da Fabio Napoleone – è stato considerato non come prova, ma come “elemento sospetto”. In questi mesi i magistrati hanno già portato a galla alcune contraddizioni, come la scoperta che la consegna era avvenuta in modo “anomalo” rispetto a quanto dichiarato nel verbale stilato nel 2008. Contraddizioni che sarebbero poi state amplificate da silenzi e mancamenti di Daniela Ferrari, madre di Sempio, davanti ai carabinieri di via Moscova e alle loro domande sullo scontrino e sulla conoscenza dell’ex vigile del fuoco di Vigevano Antonio B. A insospettire ancora di più sulla validità dell’alibi di Sempio, anche le parole dell’ex legale del sospettato che, durante la trasmissione “Ignoto X” di La7, aveva dichiarato: “Se continua a usare lo scontrino va contro un muro. Il biglietto è falso”.