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Gaza, Israele ritira l’Idf dalla Striscia. Task force dagli Usa

di Irene Di Castelnuovo10 Ottobre 2025
10 Ottobre 2025

Bambini palestinesi festeggiano per il cessate il fuoco | Foto Ansa

GAZA – Dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco, l’esercito israeliano ha completato il ritiro da Gaza previsto dagli accordi di pace.  Il piano prevedeva l’abbandono dei territori entro 24 ore dalla ratifica ufficiale dell’accordo firmato da Hamas e dal governo israeliano. Tuttavia, lo Stato ebraico manterrà – nella prima fase – il controllo del 53% dei territori della Striscia, la maggior parte dei quali si trova al di fuori delle aree urbane.

Ritiro dell’Idf fino alla linea gialla

Le forze di difesa israeliane si sono ritirate fino alla cosiddetta linea gialla  (da 1,5 km a oltre 5 km dentro il confine della Striscia a seconda della profondità delle zone di Gaza). Il punto successivo dell’accordo è il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas entro 72 ore: dei 48 solo 20 sarebbero ancora vivi. In cambio, Israele rilascerà 1.950 palestinesi detenuti. Nel frattempo, riprende la missione italiana per la riapertura entro il 14 ottobre del valico di Rafah, che “verrà aperto alternativamente su due direzioni; in uscita verso l’Egitto ed in entrata verso Gaza”, ha spiegato il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto.

Trump: “Penso sarà una pace durevole”

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso soddisfazione per l’intesa raggiunta: “Abbiamo messo fine alla guerra a Gaza, penso sarà una pace durevole”. Proprio oggi 10 ottobre il capo della Casa Bianca ha visto sfumare la possibilità di ricevere il Nobel per la pace, assegnato all’attivista venezuelana Maria Corina Machado.

A Gaza soldati da Usa, Qatar, Egitto e Turchia

Oltre 200 soldati statunitensi verranno inviati sul terreno della Striscia. La task force di monitoraggio sarà formata anche da militari di Egitto, Qatar, Turchia e probabilmente Emirati Arabi Uniti. L’Us central command ha garantito che stabilirà un “centro di coordinamento civile-militare” in Israele per facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari. Infatti, nel team sono inclusi anche organizzazioni non governative e attori del settore privato ma non truppe di Gran Bretagna e Ue, come ha sottolineato la ministra degli Esteri britannica Yvette Cooper: “Non è nei nostri piani, non abbiamo intenzione di farlo”.

Meloni invitata alla cerimonia di firma

Tra gli invitati alla cerimonia di firma ufficiale dell’accordo, che si terrà lunedì 13 ottobre a Sharm el-Sheikh, anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Sarebbe l’inizio di una nuova stagione, ha spiegato il vicepremier Antonio Tajani a margine della riunione ministeriale al Quai d’Orsay di Parigi: ”La tregua è ancora molto fragile, dobbiamo lavorare giorno per giorno per costruire la pace. Siamo all’inizio di un percorso, dobbiamo impedire che ci siano episodi che possano deteriorare questa fragile tregua”.

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