epa07487108 (FILE) - Libya Chief of Staff, Marshall Khalifa Haftar arrives for the international congress on Libya, at the Elysee Palace in Paris, France, 29 May 2018 (reissued 05 April 2019). According to reports, Haftar has ordered Libyan forces loyal to him to take the capital Tripoli, sparking fears of further escalation in the country. EPA/ETIENNE LAURENT

Domenica conferenza di paceper un accordo sulla Libiaci sarà anche Haftar

Embargo armi e stop ingerenze la preoccupazione degli Usa

La pace e la risoluzione del conflitto interno sono ancora lontani, ma sulla questione libica qualche passo in avanti è stato fatto. Finalmente la macchina della diplomazia europea ha portato effetti positivi. Primo fra tutti la conferma della partecipazione alla Conferenza di Berlino di domenica prossima del legittimo presidente della Libia Al Sarraj e del generale Khalifa Haftar.

La conferma della loro presenza arriva direttamente dal ministro degli Esteri tedesco Heiko Mass volato a Bengasi proprio per avere la certezza che Haftar sarà presente al vertice tedesco organizzato da Angela Merkel, al quale parteciperanno tra gli altri il sottosegretario di stato americano Mike Pompeo, il presidente della Russia Vladimir Putin, il presidente della Turchia Erdogan e altri leader europei.

Dopo l’incontro con il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, l’uomo forte della Cirenaica ha dichiarato che rispetterà il cessate il fuoco dopo essersi rifiutato, qualche giorno fa, di siglare l’accordo con Al Sarraj nell’incontro tenutosi a Mosca organizzato dal presidente russo Putin.

Trapela anche la preoccupazione degli Stati Uniti. Una fonte del Dipartimento di Stato sottolinea il rischio che “il conflitto si allarghi più di quanto già non lo sia. Questa è una situazione in cui interventi esterni possono solo esacerbare la crisi umanitaria nel paese”.

La Conferenza di Berlino avrà come obiettivo quello di mantenere la tregua, ottenere la smobilitazione delle forze sul terreno, l’embargo alle armi e il rifiuto di ingerenze straniere.

Intanto l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell ha prospettato una possibile soluzione per garantire la stabilità in territorio libico: una missione civile di qualche settimana con l’invio di uomini che servirebbero a mantenere il cessate il fuoco. Oppure una missione militare simile a quella in Libano (Unfil) ma in questo caso servirebbe il consenso da parte dell’Onu.

Proprio per valutare le possibili alternative, il 27 gennaio a Ginevra ci sarà un incontro con tutti gli attori libici organizzato dalla missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil). Il passaggio elvetico è stato fortemente voluto dall’inviato Onu Ghassan Salame con l’obiettivo di avviare l’attuazione delle intese eventualmente raggiunte in Germania.

Intanto Erdogan ha affermato “stiamo inviando truppe per mantenere la pace”. Dal fronte riferiscono di 350 militari delle forze speciali turche operative.

Il premier Conte da Algeri, dove si trova in visita ufficiale, al contrario ritiene che sia inaccettabile inviare altre truppe in Libia e rilancia sull’ipotesi “caschi blu” una volta che il conflitto si risolverà.

Adesso tocca al vertice di Berlino riuscire a trovare la soluzione migliore per la risoluzione del conflitto libico ed evitare il rischio di un attacco a sorpresa di Haftar su Tripoli.

Giuseppe Galletta

Nato a Messina il 2 Giugno 1988. Dopo la maturità scientifica conclude gli studi presso l’Università di Messina conseguendo la laurea in Giurisprudenza arricchita dalla frequentazione della Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Nel 2018 entra a far parte del Master di Giornalismo presso l’Università Lumsa di Roma.