"Il 40% della popolazionein Italia è ormai a rischio"Parla il virologo Pregliasco

"Fare tamponi a tappeto sarebbe un lavoro immane e poco utile"

Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano, monitora da anni l’andamento della stagione influenzale in Italia. Ora, anche lui, è al lavoro per cercare di arginare il diffondersi del Covid-19.  Secondo l’esperto “il 40% della popolazione italiana è a rischio contagio”.

Perché non vengono effettuati i tamponi sui soggetti asintomatici?

“Seguendo le disposizioni dell’OMS, si è deciso di fare il tampone a quelli che stanno male e che devono essere ricoverati nelle zone dove c’è una diffusione comunitaria elevata, come ad esempio in Lombardia. L’attività sul soggetto asintomatico è stata fatta all’inizio e può essere fatta in contesti in cui non si è ancora sviluppato il virus, con l’intenzione di tracciare tutti i casi e cercare quelli che gli stanno attorno”.

Sarebbe utile farli a tutti?

“È un lavoro immane, con scarsa utilità in termini di sanità pubblica. Se hai la febbre, in questo periodo è quasi certo che hai il Coronavirus: perciò è bene stare a casa e non contagiare gli altri. Si tratta di una pratica che, in realtà, bisognerebbe adottare anche per le influenze normali.  Bisogna poi tenere presente che una persona risultata negativa al tampone oggi potrebbe contrarre il virus successivamente”.

Entro quante ore si hanno i risultati dei tamponi?

“Il tempo tecnico è 4-6 ore circa. Poi, ovviamente, tutto dipende dall’organizzazione dei singoli laboratori”.

In Sud Corea i privati possono richiedere test, non aiuterebbe anche qui?

“Potrebbe portare a una situazione di falsi positivi e falsi negativi”.

Ovvero?

“Se lei esegue lo stesso test su campioni di soggetti che hanno una bassa prevalenza (ndr, ovvero una bassa percentuale di virus), il valore predittivo dei test positivi diventa più basso. E quindi il margine di errore per dei falsi positivi e falsi negativi aumenta”.

Quindi il modello adottato in Sud Corea non sarebbe utile da noi.

“Potrebbe esserci una fase 3. La fase 1 è stata quella di cercare di tracciare tutti i contagiati, adesso (fase 2) affrontiamo l’onda e poi ritorneremo in un’ottica di analisi e riduzione dei contatti quando le condizioni saranno più tranquille”.

Quali probabilità ci sono di contrarre il Coronavirus?

“Tutti ci ammaleremo, dipende solo dalla velocità. Il 40% della popolazione italiana è a rischio”.

Alessandro Rosi

Il basket lo appassiona mentre la scrittura lo emoziona. Nato a Roma nel 1989, intraprende la carriera giuridica fino ad ottenere l’abilitazione alla professione forense, ma nel frattempo viene stregato dal mondo del giornalismo. Come dice John Lennon: “La vita è ciò che ti succede mentre stai facendo altri progetti”.