HomeCronaca Le scuole resteranno chiuse. Esami di maturità il 17 giugno senza commissari esterni

Le scuole resteranno chiuse
Esami maturità il 17 giugno
senza commissari esterni

Prevista l'assunzione di mille tecnici

per sostenere le attività didattiche

di Giuseppe Galletta19 Marzo 2020
19 Marzo 2020

Uno dei tanti interrogativi sulla situazione d’emergenza che sta vivendo l’Italia in queste settimane è legato al destino dell’anno scolastico in corso per gli istituti d’istruzione di ogni ordine e grado. La chiusura di tutte le scuole prevista fino al 3 aprile, ma destinata ad essere prorogata, rischia di compromettere il regolare svolgimento del piano didattico previsto dalla legge.

Il decreto del 2 marzo stabilisce che «l’anno scolastico sarà ritenuto valido per coloro che, a causa delle misure di contenimento attuate per l’emergenza coronavirus, non potranno raggiungere il minimo di 200 giorni di lezione». Il problema quindi si sposta per tutti quei ragazzi che quest’anno dovranno sostenere l’esame di maturità.

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, intervistata da Giovanni Floris a “DiMartedì”, ha affrontato il problema: “Sto prospettando diversi scenari – ha spiegato – ma sarà un esame serio, pur tenendo conto della situazione di emergenza”. Di sicuro non cambieranno le date: si comincia il 17 giugno. Al ministero si valuta però la riduzione delle commissioni. Niente docenti da altre scuole: saranno i professori della classe, con un presidente esterno, a giudicare gli alunni.

C’è infine il tema dell’ammissione all’esame: l’ipotesi allo studio è quella di ammettere anche chi non ha recuperato le insufficienze del primo quadrimestre. La ministra Azzolina ha però ripetuto che “non ci sarà il 6 politico”, cioè la promozione assicurata.

La chiusura delle scuole sarà prorogata. Già due giorni fa dal ministero dell’Istruzione era partita una nota per dire agli insegnanti che cosa devono essere esattamente le lezioni a distanza. E soprattutto che le attività dovranno essere valutate. Segno che la didattica digitale diventa per davvero la modalità del secondo quadrimestre dell’anno scolastico.

“Non possono essere soltanto inviati materiali didattici agli studenti o semplicemente limitarsi ad assegnare loro compiti, senza far precedere tutto questo da una spiegazione relativa ai contenuti o senza prevedere un intervento successivo di chiarimento o restituzione da parte del docente. La didattica a distanza deve prevedere dei momenti di relazione tra docente e discenti ed è necessaria una valutazione costante dei compiti”, ha commentato la ministra Azzolina.

Il passo in avanti del Governo però, non piace ai sindacati: “Le modalità individuate dalla nota – si legge in un documento firmato da Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals -, come riproduzione in remoto delle attività ordinaria, oltre ad apparire illegittime e inapplicabili, richiedono che sia i docenti sia gli alunni possano accedere, in modo generalizzato, a connessioni internet con strumenti software e hardware adeguati, cosa che non può certamente darsi per scontata, né il Ministero si è preoccupato di verificare almeno sommariamente la reale disponibilità delle strumentazioni idonee prima di impartire le indicazioni”.

Il sottosegretario all’Istruzione Giuseppe De Cristofaro fa sapere che il ministero ha distribuito 46.152 tablet in tutta Italia per lo studio da casa e che è stata prevista l’assunzione di mille assistenti tecnici proprio per dare sostegno alle attività didattiche.

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