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HomePolitica Il centrodestra chiude sulle regionali: c’è l’accordo sui nomi. Lega in Veneto, FdI in Lombardia

Il centrodestra trova l'intesa
Lega-Veneto, Lombardia a FdI
Sinistra divisa in Toscana

Cirielli in Campania e Lobuono in Puglia

Giani e Conte non si incontrano

di Pietro Bazzicalupi09 Ottobre 2025
09 Ottobre 2025

Alberto Stefani (Lega), Edmondo Ciriello (FdI), Luigi Lobuono (candidato civico in Puglia) | Foto Ansa

VENEZIA – Al termine di mesi di trattative e tensioni interne, il centrodestra arriva a chiudere il cerchio sulle prossime regionali. Matteo Salvini incassa il via libera per candidare Alberto Stefani alla guida del Veneto, raccogliendo l’eredità di Luca Zaia, con il nome del governatore uscente che non dovrebbe comparire sul simbolo della Lega alle elezioni come da accordi. Un passaggio di testimone che rafforza la Lega in una delle sue roccaforti storiche, mentre Fratelli d’Italia ottiene una contropartita non da poco: la possibilità di esprimere il candidato in Lombardia nel 2028, grazie a una formula che affida la scelta al partito con il “più recente maggiore peso elettorale” sul territorio. In poche parole sarà Giorgia Meloni a decidere.

In Veneto, dove la vittoria del centrodestra è data per scontata, Fratelli d’Italia otterrà un ruolo rafforzato in giunta: vicepresidenza, sei assessorati – o cinque più la presidenza del Consiglio regionale – e deleghe strategiche come sanità e bilancio. L’accordo si completa con le candidature del viceministro FdI, Edmondo Cirielli, in Campania e del civico Luigi Lobuono in Puglia. Anche in questo caso, non senza tensioni: Forza Italia ha inizialmente frenato su Cirielli, per poi dare il via libera dopo un tributo pubblico a Berlusconi.

Tensioni nel centrosinistra

Sul fronte opposto, il centrosinistra si presenta in ordine sparso. In Toscana, il presidente della Regione uscente, Eugenio Giani, fatica a unire il campo largo: Elly Schlein, Stefano Bonaccini, Giuseppe Conte e Matteo Renzi chiudono la campagna separatamente. L’ex premier attacca: “Assurdo non scendere in piazza per Giani”. Il leader M5S lo sostiene con un “contratto” di 23 punti, ma evita incontri diretti. “Non ce lo ordina il dottore di stare tutti insieme”, commenta Giani. Il campo largo salperà quindi diviso, con la speranza di arrivare in porto. 

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