Iraq, partita l’offensiva per riconquistare Tikrit. Terzo tentativo dall’estate 2014

iraqTrentamila soldati iracheni, appoggiati da combattenti sciiti e sunniti, sono arrivati a 5km da Tikrit pronti a liberare la città natale di Saddam Hussein dalla presenza dei guerriglieri dello Stato Islamico. Ad annunciarlo, nella notte, è stato il comandante delle Forze armate Haider Al-Abadi.
Si tratta del terzo tentativo dall’estate 2014. La capitale della provincia irachena di Salahuddin (130 km a nord di Baghdad), infatti, era caduta nelle mani dell’Isis il 14 giugno dello scorso anno.
Un’operazione militare piuttosto delicata e complessa, quella di questi giorni. Tikrit, infatti, è una città molto grande e finora l’esercito iracheno ha riscontrato non poche difficoltà nel liberare anche piccoli centri cittadini dai miliziani dello Stato islamico. In più, il capoluogo della provincia di Salahuddin è abitato in maggioranza da una popolazione sunnita il cui malcontento per le politiche, giudicate discriminatorie, dell’ex primo ministro sciita Nuri al Maliki ha fatto guadagnare in passato notevoli simpatie proprio allo Stato islamico.
Ma la presa di Tikrit rappresenta un passo indispensabile anche per la riconquista di Mosul, 200 chilometri più a nord, anch’essa in mano al califfato guidato da Al-Baghdadi. Un attacco che, secondo fonti militari americane, potrebbe avvenire entro la primavera.
Il coordinatore americano della coalizione internazionale contro l’Isis, John Allen, però, continua a smentire la presenza di un calendario di operazioni militari contro i miliziani dello Stato Islamico. “L’importante è essere pronti quando arriverà il momento”, ha dichiarato proprio Allen al “think-tank” Atlantic Council spiegando che le forze irachene dovranno essere preparate soprattutto per il periodo successivo alla battaglia con un corpo di polizia capace di garantire la sicurezza della popolazione facendo rientrare gli sfollati e ripristinando i servizi pubblici.
Intanto anche l’Australia ha annunciato oggi l’invio di altri 300 soldati in Iraq in una missione congiunta con la Nuova Zelanda per l’addestramento di forze irachene impegnate nella lotta ai jihadisti dello Stato islamico. “Voglio sottolineare che non abbiamo preso questa decisione con leggerezza. In fin dei conti, spetta all’Iraq sconfiggere il culto della morte, ma non vogliamo lasciare gli iracheni da soli”, ha spiegato il premier australiano Tony Abbott.

Alberto Gentile

Alberto Gentile

Nato a Messina il 14 aprile 1989. Giornalista praticante presso la Scuola di giornalismo dell’Università LUMSA, è laureato in Editoria e Giornalismo presso la LUMSA, sede di Roma, con tesi “la disfunzione narcotizzante nell’era della partecipazione in rete”. Ha acquisito ottime capacità relazionali sviluppate in ambito universitario. Amante del computer, della musica e dello sport. Ha collaborato con varie testate sportive online. Vorrebbe lavorare come giornalista sportivo.