Bombardamenti aerei israeliani a Gaza | Foto Ansa

Israele si preparaall'attacco via terra"Offensiva lunga e intensa"

Ancora ipotesi rinvio per l'apertura del valico di Rafah

“Le nostre forze armate si stanno preparando per la prossima fase della guerra, il Timrun (la manovra)”. Le parole del portavoce militare israeliano Daniel Hagari preannunciano l’ingresso delle forze militari terrestri nella Striscia di Gaza. Un chiaro avvertimento ai miliziani di Hamas, il movimento fondamentalista islamico alla guida dei territori palestinesi, responsabile dell’attacco terroristico dello scorso 7 ottobre contro lo Stato ebraico e della detenzione di oltre 200 ostaggi israeliani. Dichiarazioni in linea con quelle del ministro della Difesa Yoav Gallant: “Ora vedete Gaza da lontano, ma presto la vedrete dall’interno. L’ordine arriverà”.

L’emergenza umanitaria, ancora chiuso il valico a Rafah

L’emergenza umanitaria lungo la Striscia di Gaza, nel frattempo, non frena la risposta militare di Israele. Nel momento in cui gli sfollati in territorio palestinese sfiorano quota un milione, il valico di Rafah tra l’Egitto e la Striscia resta ancora chiuso. Proprio da lì dovrebbero passare gli aiuti umanitari diretti ai civili palestinesi. Secondo fonti locali, al momento permane il divieto israeliano di lasciar transitare gli aiuti. La Cnn parla invece di riparazioni in corso lungo la strada che attraversa il passaggio. Un problema che riguarda direttamente anche l’Italia, col ministro degli Esteri Antonio Tajani, in missione a Tunisi, che rivela: “Ci sono problemi organizzativi e mi auguro che si possa lavorare per far uscire anche i nostri 12-15 italiani che sono nella Striscia di Gaza”. Trovare rifugio nei territori bombardati è infatti sempre più difficile. La Caritas Gerusalemme, al proposito, fa sapere che “la notte scorsa è stata colpita la sala adiacente alla chiesa di San Porfirio a Gaza, che ha fornito rifugio a 411 persone”. Il bilancio è di 11 morti, con dozzine di altri feriti. “Purtroppo, si prevede che questi numeri aumenteranno. Tragicamente, Viola, di 26 anni, una tecnica di laboratorio, ha perso la vita insieme al suo bambino e al marito”, si legge in una nota.

L’appello delle Nazioni Unite

Una situazione di stallo che suscita il biasimo delle Nazioni Unite, che fanno sentire la loro presenza nell’area col segretario generale Antonio Guterres, arrivato in questi istanti al Valico di Rafah dopo essere atterrato nel nord della Penisola del Sinai. Con riferimento all’emergenza umanitaria, l’Organizzazione mondiale della sanità auspica che “il valico di Rafah venga aperto oggi. Ulteriori ritardi si tradurranno in più sofferenze e più morti”. Solo in questo modo potranno passare i 20 camion di aiuti concordati lo scorso mercoledì, 18 ottobre, da Stati Uniti, Egitto e Israele. Un numero in ogni caso inadeguato per Michael Ryan, direttore esecutivo dell’Oms, che a riguardo ha parlato di “una goccia nell’oceano dell’assistenza necessaria”, mentre Martin Griffiths, capo degli aiuti di emergenza delle Nazioni unite, ha stimato che servirebbero circa 100 camion al giorno e non 20 in totale. Un’ulteriore escalation dell’azione militare israeliana a Gaza sarà pertanto “catastrofica” per la popolazione, ha dichiarato l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi. “Posso dirvi con certezza che qualsiasi ulteriore escalation o anche solo la continuazione delle attività militari sarà semplicemente catastrofica per la popolazione di Gaza”, ha dichiarato Grandi ai giornalisti in Giappone.

Gli aggiornamenti dal fronte militare

Sullo sfondo della crisi umanitaria, il conflitto arabo-israeliano imperversa, rischiando di coinvolgere l’intero scacchiere medio-orientale. Dopo 11 ore di relativa calma è ripreso questa mattina il lancio di razzi da Gaza verso il sud di Israele. Le sirene di allarme sono risuonate più volte nelle comunità a ridosso della Striscia. Le risposte dello Stato ebraico non si sono fatte attendere: più di 100 obiettivi di Hamas sono stati colpiti da Israele durante la notte a Gaza. L’aviazione israeliana, in particolare, sta colpendo la Striscia “a un ritmo mai visto da decenni”, ha aggiunto Daniel Hagari. Un’ulteriore espansione del conflitto, in un’area tanto nevralgica per gli interessi globali, preoccupa soprattutto gli Stati Uniti. Nella notte il presidente Joe Biden, dallo Studio Ovale della Casa Bianca, ha rinnovato il totale supporto americano a Israele, rilanciando la soluzione dei due stati. Dal punto di vista economico, a Israele sarà garantito un supporto di 14 miliardi di dollari. Sotto l’aspetto militare, il Pentagono ha intenzione di inviare allo Stato ebraico decine di migliaia di proiettili d’artiglieria da 155 mm inizialmente destinati all’Ucraina. Sempre il Pentagono rende noto che un cacciatorpediniere statunitense nel Mar Rosso settentrionale ha abbattuto missili e diversi droni lanciati dalla Siria e dai ribelli Houthi in Yemen, “potenzialmente diretti verso obiettivi in Israele”. Gli occhi sono puntati anche sull’Iran, storico nemico degli americani e degli israeliani, che promette “misure serie contro Israele”, stando alle dichiarazioni del capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, Mohammad Bagheri, durante un colloquio telefonico con il ministro della Difesa turco Yashar Guler.

 

Niccolò Maurelli

Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali, grande appassionato di calcio e Formula 1. Cultura e sport sono gli ambiti che preferisco: quando sarò giornalista professionista, mi piacerebbe seguire i più grandi eventi sportivi internazionali.