La Cia contro Putin
«Ha interferito sul voto
per vendicarsi di Hillary»

Avrebbe diffuso materiale hackerato
a rivelarlo fonti dell'intelligence

Il presidente russo Vladimir Putin avrebbe interferito personalmente durante la campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti d’America. A confermare tale ipotesi è stata l’intelligence americana, che – secondo l’esclusiva della NBC News – parla di “un alto grado di certezza”. Dalle prove raccolte emergerebbe come Putin abbia indicato come far trapelare e utilizzare del materiale hackerato di proprietà del Partito Democratico, per favorire l’incremento dei consensi e la successiva elezione di Donal Trump.

Già lo scorso ottobre, tutte le agenzie di intelligence avevano accusato la Russia di essere responsabile di un attacco hacker ai danni dei democratici; attacco che, secondo i servizi segreti, poteva essere autorizzato soltanto dai massimi vertici russi. Adesso, per la prima volta, la Cia ha di fatto avallato la tesi che il leader del Cremlino abbia voluto con forza l’elezione del magnate newyorkese, nonostante la stessa ipotesi non sia stata confermata dall’Fbi e da altre agenzie di sicurezza.

Secondo le fonti dei servizi segreti, il sabotaggio della campagna elettorale di Hillary Clinton sarebbe stato ordito da Putin per una sorta di “regolamento di conti” a cinque anni di distanza dalle ultime elezioni russe. Nel 2011, infatti, la Clinton si schierò con i manifestanti anti-Putin, chiedendo pubblicamente che il voto fosse «libero, giusto e trasparente». Per il presidente russo si trattò di una vera e propria ingerenza, che rischiava di mettere a repentaglio il suo potere e la stabilità dello stesso equilibrio politico russo vigente. Da qui i preparativi per la “vendetta”, orchestrata e seguita personalmente da Putin, per la pesante sconfitta subita dalla candidata democratica lo scorso 8 novembre.

La nomina ufficiale di Trump a Presidente degli Stati Uniti non è assolutamente in discussione – lunedì si riuniscono i grandi elettori per l’ultimo atto formale, e anche in caso qualcuno cambiasse idea il margine è troppo ampio per avere brutte sorprese – ma adesso i democratici provano comunque a porre delle ombre sull’elezione del tycoon. Se i sospetti dovessero essere provati, Trump diventerebbe per molti il presidente eletto grazie ai sabotaggi di una potenza straniera.

Salvatore Tropea

Classe 1992, dopo la maturità scientifica si laurea in Scienze della Comunicazione alla Lumsa. Collabora con il mensile locale calabrese L’Eco del Chiaro; con il giornale studentesco e la WebTV della Pontificia Università Lateranense e con il portale online farodiroma.it. Attualmente frequenta il Master in Giornalismo alla Lumsa, dopo aver frequentato il Master in Digital Journalism alla Lateranese e aver svolto due mesi di stage a Radio Vaticana. Con il Master in Giornalismo della Lumsa ha svolto tre mesi di stage presso la redazione de Il Venerdì di Repubblica e attualmente sta svolgendo uno stage di tre mesi presso la redazione italiana di Vatican News