Un televisore attende il segnale di Dazn. Genova, 19 ottobre 2021. ANSA/LUCA ZENNARO

La nuova pirateria passa per lo streamingdella Serie A

Mercato da 30 milioni di euro al mese Rischi per 5 milioni di utenti abusivi

ROMA – Una volta erano cd e dvd. Oppure i decoder per il satellite. Oggi sono servizi di streaming, spesso legati al calcio. Così la serie A diventa il nuovo fiore all’occhiello della pirateria audiovisiva, capace, grazie a cloud e canali Telegram, di trasmettere illegalmente le partite, arrivando anche in netto anticipo rispetto a Dazn e Sky. Un mercato, quello delle Iptv abusive, che costa al mondo del calcio italiano almeno 30 milioni di euro al mese, ma che mette seriamente a rischio anche i cinque milioni di utenti abusivi.

Come funziona?

Il meccanismo di trasmissione illegale delle partite di campionato è molto semplice, dal momento che si serve di un solo strumento sia per gli utenti che per i “pirati”: internet. Attraverso un abbonamento piratato online per un prezzo irrisorio, un decoder smarchiato, è infatti possibile per gli appassionati collegarsi ad una quantità straordinaria di contenuti in diretta o on-demand. Allo stesso modo, anche gli streamer clandestini si servono di cloud provider internazionali allo scopo di trasmettere il prodotto.

Fermare lo streaming illegale è impossibile

Secondo una stima, il dark business delle partite trasmesse dalle Iptv illegali costa al calcio italiano almeno 30 milioni al mese. Ma paradossalmente le norme europee permettono di non interrompere il servizio. E anzi non lo ostacolano affatto. Una grande matassa, in cui sarebbe teoricamente possibile bloccare gli indirizzi Ip con connessioni irregolari, ma in cui il problema tempo diventa determinante. Sky o Dazn possono infatti individuare e segnalare una sorgente, ma difficilmente viene spenta. L’ordine del giudice infatti impiega ad arrivare molto più che una partita di 90 minuti.

Rischi per gli utenti abusivi

Sono 5 milioni gli italiani ad usufruire di servizi illeciti di streaming per lo sport. Nell’ultima operazione della Guardia di finanza intitolata “Gotha” sono infatti stati individuati più 900 mila utenti in 22 città italiane. Gli utenti abusivi sono infatti rintracciabili grazie alla carta di credito utilizzata per ottenere l’indirizzo web e la da cui recuperare lo streaming. Con tutti i rischi futuri per la loro fedina penale.

Maria Sole Betti

Classe '96, cresciuta tra l'Adriatico e l'ombra della Madonnina. Da sempre attratta dalle storie degli altri, mi sono laureata in Scienze Politiche all'Università Statale di Milano. Dopo un Erasmus a Barcellona e una magistrale in Istituzioni e tutela dei diritti, l'approdo a Roma per fare del sogno del giornalismo una professione. Curiosità e chiacchere guidano la mia vita, ma, del resto, ho la luna in Ariete.