in una immagine del 25 febbraio 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

La serie A vuole ripartirema il Governo resta cautoIncerta ripresa allenamenti

Le perplessità dei ministri e del Coni Lega discute su diritti tv e sicurezza

“Non do per certi né la ripresa del campionato né quella degli allenamenti il 4 maggio”. Parole, quelle pronunciate dal ministro dello sport Vincenzo Spadafora, che frenano gli entusiasmi dei presidenti delle squadre di serie A, riuniti in queste ore in assemblea virtuale per stabilire linee guida concordate sull’organizzazione della ripartenza del campionato. “Lo sport non è solo il calcio, io devo pensare a tutti gli italiani che vogliono riprendere a fare l’attività fisica”, ha rincarato Spadafora ribadendo che non ci saranno fughe in avanti “fino a quando non lo consentono le condizioni per il Paese”.

E che la serie A non sia fra le prime preoccupazioni del governo in questo momento delicato tiene a precisarlo anche il ministro della Salute Roberto Speranza: “Sono un appassionato, ma con quattrocento morti al giorno direi che è l’ultima delle priorità”. Altre perplessità sulla ripresa del campionato le ha espresse il presidente del Coni Giovanni Malagò che, pur riconoscendo al calcio “il diritto di provare a completare la stagione”, ha invitato i vertici della Lega a “prendere in considerazione anche ipotesi alternative”.

Al centro dell’assemblea di Lega dei presidenti della massima serie, iniziata in mattinata, c’è quindi la ricerca di una quadra, che consenta di presentare un documento in grado di convincere le Istituzioni a superare gli scetticismi sulla ripartenza del campionato. Da discutere innanzitutto c’è il protocollo per la ripresa degli allenamenti: ci sono ancora dubbi da parte di alcuni club sulla sua applicabilità. C’è poi una lettera, firmata dai dirigenti di Brescia, Spal, Sampdoria, Udinese, Torino e Cagliari, in cui vengono posti quesiti spinosi: convocando i giocatori per gli allenamenti, sarebbe ancora invocabile causa forza maggiore un contributo alle perdite degli atleti?

E ancora, come si può intervenire per i contratti dei calciatori in scadenza il 30 giugno qualora si proseguisse il campionato oltre questa data? I club, inoltre, vogliono certezze sul fatto che se un giocatore dovesse contrarre il coronavirus, pur nel rispetto del protocollo sanitario, le colpe non vengano addossate alla società. Un ultimo rilevante problema è legato alle richieste di riduzione dei pagamenti avanzate dalle pay tv. Sky, Dazn e Img hanno chiesto una dilazione dell’ultima rata in scadenza i primi di maggio, a prescindere dal fatto che si torni o meno in campo.

Tutti questi dubbi devono essere fugati e, al termine della riunione, la serie A dovrà aver trovato una posizione comune da presentare domani nell’incontro tra il ministro Spadafora e la Figc. Altra tappa importante questa per capire il prossimo futuro del calcio italiano, seguita dalla riunione dell’esecutivo dell’Uefa che si terrà giovedì.

Marco Valentini

Marco Valentini nasce a Rieti il 14 marzo 1988, si diploma al Liceo Classico M.T. Varrone e successivamente consegue la laurea in Scienze dell'amministrazione pubblica e giudiziaria presso l'università di Teramo. Appassionato di politica, sport, cinema e serie tv.