“Lavori in corso” al Cinema America. Ora ha anche un’insegna: OCCUPATO.

Sarebbe da domandare «Ve ne andate o no? Ve ne andate sì o no?». Gli occupanti del Cinema America, nel cuore di Trastevere, non ci pensano proprio a lasciare al suo destino l’edificio, che  dal novembre scorso stanno occupando. E da qualche giorno per segnalare le loro chiare intenzioni hanno appeso una nuova insegna con lo stesso stile della precedente, solo che il nome del cinema  è legato all’aggettivo “occupato”. Perché ancora cinema di Roma diventa centro di attività culturali? Ce n’è bisogno davvero? Sì, eccome. Il teatro Valle nel 2011 ha aperto la strada a questa ondata di occupazioni, che non ha investito solo la Capitale. Ma non sono solo gesti di protesta, come nel caso dell’America, hanno delle motivazioni precise che riguardano la storia della sala  e il suo valore culturale.
La storia della sala trasteverina.  È sorta sulle macerie di un altro cinema-teatro il La Marmora, su un progetto di Angelo Di Castro del 1954. Prima di quella data lo stabile non era stato edificato, tranne che in epoca romana. Poi dopo decenni l’America è stato chiuso e rimasto in stato di abbandono, ormai da circa 12 anni. Ma perché questa scelta? Secondo un vecchio Piano regolatore, l’area in cui si trova il Cinema America era classificata come zona A, comprendente edifici di interesse storico, architettonico o monumentale. Trattandosi, inoltre, di una sala cinematografica all’edificio si applicava la delibera del Comune di Roma n. 661 del 2005 che intende tutelare i locali di interesse culturale, imponendo ai titolari di sale cinematografiche che le proposte di riqualificazione debbano prevedere che il 50% della struttura sia destinato a manifestazioni culturali, con un minimo del 20% finalizzato a servizi a favore della popolazione locale.  Nel 2004la Progetto Uno srl ha acquistato il Cinema America e ha proposto di realizzare nello stabile 20mila appartamenti e due piani di garage sotterraneo. Grazie ad un appello lanciato da alcuni architetti si è cercato di preservare il Cinema America da rischi di abbattimento per attuare il piano. Fra i promotori ci sono: Alessandra Muntoni, professore straordinario di Storia dell’Architettura contemporanea aLa Sapienza; Giorgio Muratore, Ordinario di Architettura aLa Sapienza; l’urbanista Paolo Berdini,e l’architetto e designer Maria Rita Intrieri, curatrice di pubblicazioni sui cinema romani,

L’idea dell’appello. Nasce dalla mostra “prossima fermata: Cinema  America”, organizzata nella sala cinematografica dagli occupanti, i ragazzi dell’Assemblea Giovani al Centro, e vuole contrastare il destino dell’edificio: lasciar spazio a una moderna palazzina di proprietà della Progetto Uno srl, che già nel2006 ha provato realizzare, ma è stata fermata dal Comitato di cittadini del Quartiere, il “Comitato cinema America”, formatosi per l’occasione. Ma non è l’unico appello che è stato avanzato, prima c’è stata una petizione, promossa sempre dagli occupanti, che aveva raccolto le firme e le adesioni anche di registi come Carlo Verdone, Marco Bellocchio, Daniele Vicari, e degli attori Elio Germano, Maya Sansa, Beppe Fiorello, Alba Rohrwacher solo per citarne alcuni.

Quale sarà il destino del Cinema America ancora non è dato saperlo però i ragazzi  dell’Assemblea Giovani al Centro si stanno dando da fare per riqualificare esternamente il locale. I lavori continuano anche l’interno, è prevista l’apertura di un Sala Studio, dove e conterrà anche un‘officina polivalente e una biblioteca.

Alessandra Pepe