Letta oggi in Palestina da Abu Mazen. La pace è la grande priorità per l’Italia. «Occasione da non perdere»

Oggi Letta incontrerà a Ramallah il presidente palestinese, Abu Mazen. Fonti della presidenza dell’Autorità nazionale palestinese hanno spiegato che Abu Mazen ribadirà al premier italiano che il blocco degli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est non è una precondizione per la ripresa dei negoziati bensì un impegno israeliano. Le stesse fonti avrebbero anche rilevato come la leadership palestinese non pone al premier israeliano condizioni per la ripresa dei negoziati ma si attende l’applicazione da parte di Israele dei suoi impegni secondo la road-map per la pace in Medio Oriente. L’obiettivo resta quello di dare al processo politico una possibilità di riuscita. “Ho voluto ribadire la ferma convinzione dell’Italia e dell’Europa che non bisogna perdere questa occasione che potrebbe essere davvero l’ultima grande occasione”, ha detto Letta nella conferenza congiunta, a Ramallah, con il presidente palestinese Mahmoud Abbas.

Il premier Enrico Letta ha scelto proprio Israele e la Palestina come meta del suo primo viaggio extraeuropeo per «dare un segnale importante» della volontà dell’Italia (insieme a tutta la Ue) e favorire la ripresa del dialogo tra le parti all’insegna dell’obiettivo “due popoli due Stati”. Nell’incontro di ieri con il premier, Benjamin Netanyahu, Letta ha voluto ribadire che la pace in Medio Oriente «è una grandissima priorità per l’Italia» e il nostro Paese appoggerà tutti gli sforzi del segretario di Stato americano, John Kerry per far ripartire il processo di pace.

Segnali positivi. Letta si è detto ottimista sul contributo che Italia ed Europa possono offrire al dialogo tra le parti ma ha condiviso con il premier israeliano una forte preoccupazione per il peggioramento della situazione in tutto il Medio Oriente (Siria, Egitto e Libia). Sul conflitto con i palestinesi Netanyahu ha ricordato che Israele vuole entrare senza impedimenti nella «tenda» dei negoziati e vuole rimanerci per trovare un accordo di pace. Netanyahu ha però chiesto a Letta che Italia e Unione europea dichiarino Hezbollah organizzazione terroristica: «Se non lo sono loro chi lo e?» ha detto il premier israeliano a Letta. La questione, ha spiegato il presidente del Consiglio, deve essere discussa a livello europeo e per arrivare a una pronuncia simile occorrerà comunque l’unanimità. Anche temi di collaborazione bilaterale ed economica sul tavolo dei colloqui di Letta a Tel Aviv con il presidente israeliano Shimon Peres. Letta ha precisato che già esiste tra i due Paesi un buon livello di collaborazione ma si può fare molto di più soprattutto nel settore dell’alta tecnologia e dell’energia. «Abbiamo bisogno di energia in Italia – ha osservato il premier italiano – abbiamo un consumo molto alto, le nostre aziende hanno bisogno di energia a basso prezzo perché l’elevato costo dell’energia è uno dei fattori che frena la nostra competitività».

E’ necessario un accordo.
Ecco perché secondo Letta è importante arrivare a un buon accordo con Israele sulla base delle ultime scoperte dell’energia in mare. Il 2 dicembre a Torino è previsto il quarto summit intergovernativo dove verranno finalizzati accordi su ricerca, università ed energia. Letta (che ha anche incontrato l’ex premier inglese, Tony Blair, inviato del “quartetto” in Medio Oriente) aveva visitato nella mattinata lo Yad Vashem, museo dell’Olocausto. «La Shoa – ha detto Letta – è una ferita aperta che squarcia la terra di Gerusalemme e ci riguarderà per sempre. L’antisemitismo è un cancro dell’umanità e una minaccia per la pace di tutti i popoli».

Lorenzo Caroselli