L'inflazione recordin Italia aumenta il divariotra poveri e ricchi

Beni primari e bollette alle stelle Blangiardo: "Effetti sui meno abbienti"

ROMA – Cresce sempre più il divario tra poveri e ricchi in Italia a causa dell’inflazione. Il potere d’acquisto è diminuito del 2,9%, mentre in altri paesi Ue è salito addirittura del 22,6%. Sotto la lente d’ingrandimento finiscono i beni primari, il cui prezzo sta aumentando vertiginosamente. Quelli alimentari sono in rialzo del 13,1%, mentre la spesa legata alla casa, che riguarda ad esempio bollette e riscaldamento, è schizzata a +54,5%. Per contrastare l’inflazione, le banche fanno lievitare i tassi d’interesse. Pertanto, si registra un incremento sui rinnovi degli affitti e dei tassi sui mutui. Sempre in crescita, infine, le spese relative all’uso dei trasporti e ai carburanti, delle quali si sta discutendo in questi giorni in Parlamento.

Il gap tra redditi alti e bassi

L’inflazione pesa meno sui ricchi, in quanto possono permettersi beni considerati come non primari, per esempio il cinema o l’estetista, che sono meno rincarati. Tra i redditi bassi è doveroso fare una distinzione tra lavoro autonomo e d’impresa e lavoro da dipendente. Se la prima categoria si può permettere di aumentare il prezzo dei propri prodotti per far fronte al caro bollette, la seconda potrebbe ritrovarsi con lo stipendio “fermo” per mesi o addirittura anni. Di conseguenza, si assiste a una diminuzione dei salari reali, che in Italia, dal 2008 al 2022, hanno perso il loro potere d’acquisto del 12%. Un dato che costituisce un record per i paesi appartenenti al G20. Al vaglio del governo delle misure per aiutare le famiglie con reddito inferiore.

Blangiardo (presidente Istat): stima inflazione 2023 “ottimistica”

Si dice preoccupato il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, secondo cui la stima dell’Istituto sull’inflazione per il 2023, pari al 5,1%, “potrebbe apparire ottimistica e se le cose dovessero peggiorare, l’inflazione potrebbe avere effetti importanti soprattutto sulle famiglie meno abbienti”.

Nella foto in alto il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo

Antonino Casadonte

Mi chiamo Antonino Casadonte e vengo da Palmi, in provincia di Reggio Calabria. Ho conseguito la Laurea Magistrale in Lingue, Letterature comparate e Traduzione interculturale all'Università di Perugia. Oltre ad essere un esperto di lingue, letterature e culture, sono un grande appassionato di giornalismo e di calcio. Per questo motivo, nel futuro sogno di coniugare le mie due passioni e di diventare giornalista sportivo.