L'ira di Trump contro il NYTdopo l'editoriale anonimo"Riveli il nome dell'autore"

Nella lettera le critiche al presidente "Resistenza interna contro i suoi danni"

“Sto drenando la palude e quella contrattacca. Ma non preoccupatevi, vinceremo”. L’ultimo di una serie di tweet di Donald Trump è un manifesto dell’aria che tira alla Casa Bianca, dopo il caso suscitato dal New York Times. In un editoriale, infatti, il quotidiano americano ha pubblicato una lettera aperta, fortemente critica nei confronti di Trump, scritta da un alto funzionario dell’amministrazione rimasto anonimo.

Sempre su Twitter, il tycoon ha intimato al giornale di rivelare l’identità dell’autore della missiva, descritto come una persona “senza spina dorsale”. Dopo aver avanzato anche l’ipotesi che il cosiddetto alto funzionario “non esista realmente”, ma sia solo “un’altra fake news”, Trump ha motivato la sua richiesta al Nyt, in contrasto con le norme sulla libertà di stampa, definendola “una questione di sicurezza nazionale”.

L’autore della lettera ha definito il modo di fare del presidente “impetuoso, antagonistico, gretto e inefficace”. Un atteggiamento che però, assicura il funzionario, molti membri dell’amministrazione hanno deciso di non subire. “Gli americani devono sapere – continua l’editoriale – che ci sono degli adulti nella stanza, degli oscuri eroi dentro e intorno alla Casa Bianca. Persone che lavorano diligentemente per ostacolare parte dell’agenda del presidente o le sue peggiori inclinazioni”.

All’interno dell’amministrazione Trump, dunque, ci sarebbe una silente resistenza, che ostacola le decisioni del tycoon. Una notizia che rappresenta un duro colpo per la Casa Bianca. Soprattutto dopo quanto successo lo scorso anno con la pubblicazione di Fire and Fury, di Michael Wolff, e quanto suscitato solo qualche giorno fa dalle anticipazioni del nuovo libro del famoso giornalista del Watergate Bob Woodward.

Non si è fatta attendere la reazione di Sara Sanders, portavoce della Casa Bianca, che ha attaccato il Nyt. “Nessuno dei circa 62 milioni di elettori del presidente – ha dichiarato – ha votato per una fonte senza spina dorsale e anonima del fallimentare New York Times“. Il quotidiano ha difeso però la “rara scelta” di pubblicare un articolo non firmato, perché “le rivelazioni dell’autore non mettessero a rischio il suo lavoro”.

Carmelo Leo

Nato a Messina nel 1993, ha conseguito la laurea triennale in Scienze delle Relazioni Internazionali e Politiche nel 2016 con una tesi dal titolo “Il declino del sogno americano: gli Stati Uniti nel tornante storico del Sessantotto”. Dopo qualche breve esperienza giornalistica online si è iscritto al Master in Giornalismo della LUMSA. Appassionato di storie, che siano esse libri, film, racconti, videogiochi o canzoni.