Lo zaino, i soldi, la drogaAncora tanti i buchi nerisull'omicidio di Luca Sacchi

La fidanzata a breve sarà sentita dai pm Un testimone smentirebbe la sua versione

Di certo c’è solo che Luca Sacchi è morto con un colpo di pistola alla nuca. Perché sulla dinamica dell’omicidio, avvenuto il 24 ottobre a Roma, rimane ancora molto da chiarire. Dalle indagini di carabinieri e polizia, coordinate dalla pm Nadia Plastina, stanno emergendo sempre più incongruenze. La pista della tentata rapina non regge: tutto fa pensare a uno scambio di un ingente quantitativo di droga finito male.

Non torna la ricostruzione fatta da Anastasiya Kylemnyk, la baby sitter di origini ucraine fidanzata con il 24enne ucciso: è lei che giovedì sera dichiara agli inquirenti che Luca sarebbe stato ucciso mentre cercava di difenderla da due rapinatori che volevano il suo zaino. Per questo l’avrebbero aggredita, colpendola alla testa con una mazza. Ma nel referto dell’ospedale San Giovanni non è riportata nessuna ferita. Non solo: il testimone che per primo ha soccorso il ragazzo colpito da un proiettile alla testa ha dichiarato che la 25enne ucraina sarebbe arrivata in un secondo momento, circa un minuto dopo. Luca sarebbe stato solo, non con la compagna.

C’è poi un video su cui si stanno concentrando le indagini: riprende l’arrivo della Smart bianca su cui viaggiavano Paolo Pirino e Valerio Del Grosso, i due ragazzi accusati di aver ucciso Luca. Da quando la vettura arriva a quando se ne va, passano solo 40 secondi: istanti in cui si consuma l’omicidio. Un tempo giudicato troppo breve per un tentativo di rapina e per un’aggressione.

Poi c’è il mistero dello zainetto: gli inquirenti, dopo aver sentito i testimoni, ritengono che contenesse almeno duemila euro. Somma al momento non ritrovata. Per questo Anastasiya sarà presto convocata in Procura per essere sentita dai pm: non come indagata – in tal caso potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere – ma come persona informata sui fatti. Intanto il questore di Roma, Carmine Esposito, ha annunciato un piano di controlli in tutti i quartieri della Capitale: “Presto sceglieremo queste zone. Per ora ne abbiamo individuate due o tre fortemente a rischio”.

Federico Marconi

Roma, 1993. Dopo la maturità scientifica abbandona i numeri per passare alle lettere: prima di approdare alla Lumsa studia storia contemporanea a La Sapienza e giornalismo alla Fondazione Basso. Ha prodotto un web-doc per ilfattoquotidiano.it e collabora con L’Espresso