Non solo occhi impauriti che cercano un volto familiare, ma soprattutto bambini senza arti, malnutriti, ricoperti di polvere e terra. Sono queste le strazianti immagini che ci riportano in Siria, dove oltre 10 milioni di bambini, ormai da 6 anni, continuano a vivere sotto attacco a causa del conflitto. I numeri sono confermati dall’Unicef, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa dei diritti dell’infanzia. È proprio il direttore generale per il Nord Africa e Medio Oriente, Geert Cappelaere, a chiedere provocatoriamente “E se questi bambini fossero i vostri?”.
In una nota redatta dall’Organizzazione si legge, inoltre, che dall’inizio del 2017 almeno 20 bambini sono stati uccisi in attacchi e moltissimi altri sono stati feriti, rimasti orfani e senza una casa, crollata sotto i bombardamenti. Ma il dato che preoccupa i vertici dell’Unicef, fa sapere Cappelaere, è quello relativo all’assistenza umanitaria; sono circa 2 milioni i bambini tagliati fuori. La situazione in Siria è inaccettabile, soprattutto se si continua ad utilizzare l’acqua come strumento di guerra. Tutte le parti del conflitto e tutti coloro che possano avere influenza, dovrebbero agire repentinamente, aggiunge ancora il direttore generale.
Intanto oggi riprenderanno a Ginevra i negoziati di pace tra regime siriano e opposizione, sponsorizzati dall’Onu. Nonostante il costo delle giovani vite sia un motivo di vergogna mondiale, che dovrebbe essere un monito per intraprendere azioni immediate, la risoluzione non sembra immediata. Nelle consultazioni dei Quindici, figura anche un italiano, l’ambasciatore Sebastiano Cardi, che ha spronato l’intervento delle Nazioni Unite e lamentato le difficoltà nelle quali le agenzie umanitarie si trovano ad operare.
Anche Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, posta su Facebook la foto di un bambino che urla, chiedendo l’aiuto di suo padre, dopo aver perso le gambe. Dura l’immagine, come la didascalia: “Scusate l’interruzione, in Siria si combatte ancora”.