HomePolitica Manovra economica, probabili misure e costi in vista delle scadenze

Manovra economica
probabili misure e costi
in vista delle scadenze

Trenta miliardi di euro per realizzare

i punti nel contratto di governo

di Rossella Melchionna20 Settembre 2018
20 Settembre 2018

Reddito di cittadinanza, flat tax e superamento della legge Fornero. Sono questi i tre punti attorno a cui ruota il dibattitto politico negli ultimi giorni a proposito della legge di bilancio. La manovra economica – per poter mantenere le promesse fatte in campagna elettorale dalle varie forze politiche – potrebbe aggirarsi intorno ai 30 miliardi di euro.

I numeri delle misure proposte. Per garantire la copertura del reddito di cittadinanza – il sostegno economico per i redditi più bassi proposto dal Movimento 5 Stelle e incluso nel contratto di governo – servirebbero almeno 10 miliardi di euro. Lo stanziamento potrebbe ridursi a 5 miliardi qualora il provvedimento entrasse in vigore a metà del 2019. La cifra, però, potrebbe essere comunque troppo alta secondo le stime del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Per quanto riguarda la flat tax – il sistema fiscale voluto dalla Lega che prevede la riduzione delle tasse sul reddito – sarebbero necessari almeno 7 miliardi di euro. Otto, invece, sul piano della previdenza per dare il via alle pensioni a “quota 100”. Secondo i pentastalleti sarebbe opportuno anche alzare le minime da 500 a 780 euro.

Nella legge di bilancio, inoltre, ci sarebbero anche i finanziamenti per evitare l’aumento dell’Iva. Una questione che ha acceso diverse polemiche tra i partiti e che ha coinvolto anche Tria, favorevole a un innalzamento per far quadrare i conti. Il viceministro dell’Economia, Marco Garavaglia, ha ribadito poche ore fa che se si volesse dare un taglio all’Irpef, per bilanciare l’Iva potrebbe salire su alcuni prodotti. Secco il no di Confcommercio e Confesercenti, le associazioni che rappresentano le imprese.

La questione deficit/Pil. Il ministro Tria è apparso piuttosto prudente sulle misure da inserire nella legge di bilancio e sulle relative coperture. Sua intenzione è, infatti, non superare l’1,6 per cento del rapporto deficit/Pil, limite pattuito con la Commissione europea e che consentirebbe anche di far abbassare leggermente il debito pubblico. Il governo gialloverde, però, sta spingendo per superare la soglia del 2 per cento.

Le scadenze. Il prossimo 27 settembre dovrà essere presentata la Nota di aggiornamento al Def, il documento in cui il governo aggiorna gli obiettivi programmatici del Def di aprile. All’interno i nuovi parametri macroeconomici riferiti a Pil, il rapporto deficit-Pil e il debito pubblico-Pil. Successivamente, il 10 ottobre, il Parlamento voterà una risoluzione sulla nota di aggiornamento. Il 15, invece, il Documento programmato di bilancio sarà trasmesso alla Commissione europea e all’Eurogruppo. Cinque giorni dopo, l’esecutivo presenterà in Parlamento il disegno di legge di bilancio, mentre entro il 30 novembre la Commissione europea dovrà esprimere un primo parere per verificare l’aderenza agli impegni presi. Entro fine anno la manovra dovrà essere approvata da Camera e Senato.

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