Prosegue la corsa contro il tempo verso l’approvazione della prossima manovra economica. Nella giornata di oggi la presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha sferzato la maggioranza: “Se dovesse essere necessario, a costo di chiudere in tempo, saremo in Aula anche a Natale”.
La scadenza per l’approvazione definitiva della legge – firmata ieri dal Presidente della Repubblica e inviata poi alla Camera – è fissata al 31 dicembre. L’obiettivo del governo è quello di evitare il cosiddetto “assalto alla diligenza”, con la possibilità per ciascun parlamentare di presentare massimo un emendamento a testa. Questa soglia consentirà di evitare che la manovra possa essere stravolta fino all’ultimo.
Sulla manovra economica si è poi opposto il leader di Azione, Carlo Calenda, il quale ha incontrato ieri Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. “È stato un incontro molto positivo, ma ci sono cose su cui noi assolutamente non siamo d’accordo”, ha spiegato il leader di Azione.
Tra Meloni e Calenda si è parlato di price cap, così come dell’aumento dei salari al personale sanitario, arrivando infine ad analizzare alcune questioni relative al Pnrr e al Reddito di cittadinanza. Calenda ha poi aggiunto che il Terzo Polo non entrerà nella maggioranza, sebbene il suo apprezzamento per la storia della Meloni ci sia sempre stato.
L’incontro ha scoperchiato le contraddizioni della maggioranza. “Il leader di Azione ha la sindrome del primo della classe. Il Terzo Polo ha numeri irrilevanti, non temiamo che ci sostituisca”, ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Alessandro Cattaneo, in un’intervista a Repubblica.
Risponde duro Calenda, sottolineando l’intenzione dei forzisti di “voler sabotare il governo stesso di cui fanno parte”. Non si è lasciata attendere, però, la controreplica di Cattaneo, il quale ha rimarcato “le chiare identità di Forza Italia, alternative alla sinistra e che si misurano sempre su cose concrete”.
