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HomePolitica Migranti, difesa ed energia. Il vertice Italia-Albania a Roma

Migranti, difesa ed energia
Primo vertice intergovernativo
Roma-Tirana a Villa Pamphilj

Accordo per la cooperazione economica

Meloni e Rama pronti a siglare l’intesa

di Elisabetta Guglielmi13 Novembre 2025
13 Novembre 2025
Meloni e Rama

Giorgia Meloni ed Edi Rama | Foto Ansa

ROMA – Migranti, difesa, energia. Sono questi alcuni dei temi dibattuti nella giornata di giovedì 13 novembre al primo vertice intergovernativo Roma-Tirana. A due anni dal protocollo che ha dato vita al cpr italiano in Albania, a Villa Pamphilj la premier Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama si preparano a siglare l’intesa.

Che cosa prevede l’accordo

Nella cornice del palazzo della villa romana, il bilaterale tra il primo ministro dell’Albania e la premier italiana affronterà tematiche diverse. Obiettivo del vertice è lo sviluppo della cooperazione bilaterale economica su infrastrutture, difesa, sicurezza e immigrazione. Sul tavolo anche energia, ambiente, salute, innovazione e formazione. Meloni e Rama discuteranno anche di altri quindici accordi governativi e intese tecniche. 

Prima della sessione plenaria con i ministri, i due capi di governo discuteranno sia dell’Ucraina, sia del sostegno di Roma al percorso di adesione all’Unione europea che Tirana vuole concludere entro il 2030. 

Il protocollo tra Italia e Albania

Italia e Albania sono legate da progetti cruciali riguardanti il piano commerciale. Le due nazioni condividono sia il Corridoio europeo VIII sia il partenariato strategico a tre insieme agli Emirati Arabi nel settore delle rinnovabili. 

Il protocollo sulla gestione dei migranti rappresenta il patto principale stretto da Rama e Meloni. Fonti diverse sottolineano che si tratta di “una delle soluzioni innovative in materia migratoria, che sta riscontrando sempre maggior interesse sia da parte della Commissione europea che degli Stati membri”. 

I centri in Albania

I centri in Albania sono diventati operativi tredici mesi fa, ma sono andati incontro a un iter complesso che ha determinato diversi stop e strettoie imposti dai tribunali italiani. Una situazione che ha portato alla chiusura dell’hotspot al porto di Shengjin e alla mancanza nel cpr di Gjader di migranti soccorsi nel Mediterraneo. Nella struttura si trovano infatti solo le persone trasferite da altri cpr in territorio italiano. 

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